La storia E’ il 28° campionato di Serie B

Una serie che è iniziata con il primo torneo ufficiale del 1919-20 su base regionale, vinto proprio dagli Aquilotti che vennero promossi

Dopo la dolorosa retrocessione nello spareggio di Reggio Emilia contro il Verona, lo Spezia partecipa al ventottesimo campionato di B della sua storia, trentatreesimo di secondo livello, una serie che inizia con il primo torneo ufficiale del 191920 su base regionale, la cui vittoria consentirà agli Aquilotti di giocare per cinque anni nella massima divisione, aderendo persino alla scissione della CCI del 1921-22 assieme ai club più importanti del tempo. La retrocessione del 1925 in Seconda Divisione collocherà il club per quattro anni in una serie cadetta a più gironi, ma la vittoria nel 1925-26 non lo riporterà in massima serie data la riorganizzazione portata avanti dal gerarca Arpinati, capo indiscusso del calcio italiano durante il regime fascista, che porterà alle attuali serie A e B nella stagione 1929-30. I bianchi arrivano all’appuntamento con l’evo moderno del calcio dominando il loro girone di Prima Divisione, denominazione data dal 1926 alla seconda serie. Diciotto partecipanti, di cui quattordici provenienti dalla Divisione Nazionale (l’antenata della serie A). Spezia, Parma, Venezia, Bari e Reggiana sono le cinque squadre oggi in B che hanno partecipato al primo torneo cadetto moderno. Ci sarebbe anche la Dominante di Genova, fusione d’imperio della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria, antefatto non in continuità con quella che nel dopoguerra sarà la Sampdoria. Mentre Fiorentina, Atalanta, Verona e Lecce sono in A, altre, a partire dalle vincitrici Casale e Legnano, sono scomparse nell’anonimato da decenni. La Fiumana, che arrivò ultima, purtroppo è stata cancellata dalla storia. L’esordio fu il 6 ottobre 1929 al Picco contro l’Atalanta, 0-0. Compresa l’ultima a Palermo di lunedì scorso, sono 1.002 le partite giocate in B, alle quali vanno aggiunte: uno spareggio per la permanenza (il 4-1 al Parma del 1949-50 a Milano), le due di play-out col Verona nel 2006-07, le undici di play-off in sei delle otto stagioni cadette dell’era Volpi (2012-20), culminate con lo 0-1 col Frosinone del 20 agosto 2020 che, pareggiando l’andata, regalò l’unica promozione in A nelle precedenti ventisette partecipazioni, dopo le scalate fallite nel 3637 (per colpa dell’Atalanta), 4243 (per colpa più della guerra che delle avversarie), 201516 (anche per un arbitraggio scandaloso nei play-off col Trapani).

Il bilancio, spareggi esclusi, è sostanzialmente in parità: 357 vittorie, 287 pareggi e 358 sconfitte, con 1235 gol fatti e 1225 subiti, che fanno gravitare il club intorno alla trentesima posizione della classifica perpetua di B. Dopo sei stagioni, nel 1935 arrivò la prima delle quattro retrocessioni in C, in quanto la squadra non resistette al taglio imposto dal ritorno al girone unico. Il purgatorio durò un solo anno, così come nel 39-40, a seguito della seconda discesa. Dopo tre campionati di guerra, in cui lo Spezia mostrò un gioco molto spettacolare con l’arrivo di Ottavio Barbieri, artefice dello scudetto del 1944, il club tornò tra i cadetti nel 1946-47: nella stagione transitoria subito dopo la guerra aveva ceduto, con un patto tra gentiluomini, per difficoltà societarie il posto in B all’Ausonia, società di Piazza Brin che fino al 1943 militava in C. Altre cinque annate consecutive, con la sopravvivenza allo sfoltimento nel 1948 ma la dolorosa e inaspettata retrocessione del 1951, l’inizio di un esilio durato ben 55 anni, fino all’incredibile impresa del duo di “underdog” Ruggieri- Soda del 2006, che però si schiantò con la disastrosa retrocessione del 2008 (peggiore stagione in assoluto) a cui seguì lo sprofondamento nei dilettanti.

Il resto è storia recente, grazie a Volpi, che risollevò il club dalla spazzatura, ma al quale si può imputare una colpa inedita in un secolo aquilotto prevalentemente squattrinato, quella di aver speso male i molti soldi investiti, ottenendo molto meno di quello che avrebbe potuto affidandosi molto prima all’Angelozzi della situazione. Ora la prima B dell’era Platek, partita con grandi proclami di riscatto, ma fin qui rivelatasi parecchio travagliata.

Mirco Giorgi