ANGELO GIORGETTI
Calcio

La rivoluzione del mercato e le idee dell’allenatore Sì, è un’annata spericolata

Tanta voglia di vincere dopo le coppe sfiorate nella stagione scorsa .

La rivoluzione del mercato  e le idee dell’allenatore  Sì, è un’annata spericolata

La rivoluzione del mercato e le idee dell’allenatore Sì, è un’annata spericolata

di Angelo Giorgetti

Comincia la stagione più ambiziosa da quando è arrivato Italiano per merito (o colpa) delle aspettative dopo una vendemmia rimasta con le bottiglie da riempire: le due finali perse hanno lasciato rimpianti, ma anche la volontà di aggiustare il tiro e la certezza che la Fiorentina abbia i mezzi per aumentare la densità dei trofei in una bacheca che non accoglie nuovi ospiti dal 2001.

La rivoluzione innescata dal club – che ha smazzato la squadra ridisegnando fra l’altro l’attacco offrendo a Italiano il graditissimo Nzola – fa capire che la voglia di "riprovarci sul serio" è fondata su solide basi.

La scia lunga della Conference e della Coppa Italia è anche un microchip pieno di dati, si è capito abbondantemente quale sia l’idea di gioco di Italiano e il club ha cercato di sostenerla attraverso innesti funzionali per l’allenatore. Perché l’ambizione che la Fiorentina ha mostrato in campo – tante volte ha impostato partite da grande squadra riuscendo a sostenere l’impegno solo a tratti – meritava a questo punto un salto di qualità, uno sbilanciamento verso il concetto di coraggio consapevole.

Lo stesso che alcuni giocatori del gruppo, probabilmente delusi anche dalla mancanza di vittorie per lasciare il segno sugli almanacchi, hanno considerato eccessivo rispetto agli sforzi richiesti. Altre storie, come quella di Cabral traslocato nel Benfica di Rui Costa, hanno preso la tangente per il bene di tutti (Arturone compreso).

L’idea di Italiano è quella di dominare il gioco preferibilmente nella metà campo degli avversari, un progetto senza compromessi: ne conseguono problemi seri per la difesa, che di solito ha alle spalle una quarantina di metri da riempire attraverso furibondi uno-contro-uno.

Le famose "imbucate a centrocampo" sono state per la Fiorentina il segnale ricorrente della propria fragilità.

Bisogna essere amanti della vita spericolata – come Steve Mc Queen – per fare i difensori in una squadra di Italiano, ma proviamo a rovesciare il concetto: se intorno ci sono compagni in grado di "applicare meglio" il concetto del dominio, magari il numero dei pericoli dimuinuirà. Durante l’estate la Fiorentina ha lavorato per questo, l’entusiasmo dei giorni che hanno preceduto le due finali contro Inter e West Ham non è andato disperso.