La Juve ha cambiato marcia. E c'è la firma di Max

Il momento / I bianconeri di Allegri sono reduci da tre vittorie consecutive. Stasera c'è la Fiorentina

Sono 23 i punti raccolti dalla Juventus nelle prime dieci partite

Sono 23 i punti raccolti dalla Juventus nelle prime dieci partite

Tre vittorie consecutive: così diverse, così egualmente importanti. È il ruolino di marcia della Juventus che, al netto di infortuni e fastidiose vicende extra-campo - leggasi Fagioli, squalificato per il caso scommesse, e Pogba, risultato positivo a un controllo antidoping - prosegue dritta a testa bassa la propria rincorsa all'Inter di Simone Inzaghi, capolista e grande favorita al successo finale. In casa bianconera la parola "Scudetto" è pressoché bandita, ma l'assenza dalle coppe europee - la Champions conquistata sul campo è stata negata dalla penalizzazione ricevuta la scorsa stagione, quella conseguente in Conference, invece, dalla Uefa, che ha poi ripescato al suo posto proprio la Fiorentina - offre un innegabile vantaggio alla squadra, con un'intera settimana a disposizione per preparare gli impegni di campionato. Si parlava delle recenti vittorie, arrivate dopo un agrodolce pareggio con l'Atalanta e il pesantissimo ko di Sassuolo, inframmezzate da un sofferto successo di misura con il Lecce. La Juventus ha cambiato marcia e, sulla propria pelle, se ne sono accorte prima il Torino, poi il Milan, quindi il Verona, cui non è bastata una partita di grande sacrificio (e fortuna, almeno con il Var...), punito da Cambiaso all'ultimo respiro, al minuto 96. In casa bianconera si è ritrovato quell'entusiasmo che sembrava ormai soltanto un lontano ricordo e lo si percepisce nei match interni, con un Allianz Stadium che è tornato a ruggire come ai tempi d'oro, mettendo da parte anni di mugugni, fischi e malumori. Allegri ha sin qui saputo gestire una situazione di emergenza, con gli uomini contati e il sovente ricorso ai “ragazzi terribili” della Next Gen, con Dean Huijsen e Kenan Yildiz - vicinissimo al gol contro l'Hellas - gli ultimi in rampa di lancio. Più in generale, a far la differenza è la solidità difensiva, marchio di fabbrica della società: il pacchetto arretrato, infatti, composto dal trio Gatti-Rugani-Bremer a protezione di Szczesny, seppur privato del carisma di capitan Danilo e della sostanza del veterano (spesso eccessivamente criticato) Alex Sandro, ha tenuto botta anche nelle recenti sfide, con avversari di grande valore, da Zapata e Sanabria a Djuric e Bonazzoli, passando per Giroud, Pulisic e Leao. Ora la Fiorentina, ferita da due ko di fila, in uno stadio caldo e - da sempre – ostile.