
Livorno anima indomita. Qui dove nacque il Pci. Tanta grande cronaca a cavallo delle guerre
C’è chi, scherzando, definisce Livorno “la signorina“ della Toscana. E in effetti è vero, se si guarda alla storia di Firenze, Lucca, Arezzo, Siena, e ovviamente della vicinissima Pisa, visto che Livorno fu elevata a rango di città soltanto nel 1606 dal granduca Ferdinando I de’ Medici. Ma di storia qui se n’è fatta comunque, eccome. A cominciare dalle così dette “Leggi Livornine“ - di poco antecedenti alla fondazione della città e promulgate sempre dallo stesso Ferdinando - grazie alle quali Livorno fu da subito porto franco ben disposto ad accogliere “genti di qualsivoglia natione“.
La prima, vera Costituzione liberale moderna d’Europa possiamo dire che è nata qui, fra la Fortezza Vecchia e la Fortezza Nuova, che fu costruita prendendo come modello la pianta pentagonale dell’architetto Buontalenti e la scuola di Leonardo da Vinci. Il porto ha sempre attratto popoli e commerci. Ha fatto sì che Livorno conoscesse anche alterne fortune, non sempre splendenti, è vero, ma in ogni caso l’ha resa e la rende comunque unica.
Durante il Risorgimento fu tragico scenario di un terribile assedio dell’esercito austriaco, peraltro ormai in rotta, pagando un tributo altissimo di vite umane.
Dopo l’Unità d’Italia, gli ideali di libertà e di rispetto dell’uomo portarono anche alla nascita di un giornale, “Il Telegrafo“ (la cui testata appartiene al nostro gruppo editoriale) e alla diffusione di idee che produssero grandi realtà artistiche. A cominciare dai pittori Macchiaioli, con Giovanni Fattori in testa, proseguendo fino ad Amedeo Modigliani, gigantesco innovatore. E che dire del genio della musica Pietro Mascagni?
“La Nazione“ si occupò nel 1921 della nascita del Partito comunista italiano, che proprio qui a Livorno, al Teatro San Marco (oggi non più esistente) prese vita dalla scissione del Partito socialista riunito a congresso al Teatro Goldoni. Livorno ebbe un ruolo importante anche durante il fascismo: qui nacque l’armatore Costanzo Ciano, il cui figlio Galeazzo sposò la figlia di Benito Mussolini, Edda.
Segnata terribilmente dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la città dei Quattro Mori ebbe la forza di rialzarsi proprio grazie alla ricostruzione del porto e delle sue rotte commerciali, su impulso degli americani.
E tanta gloria anche nello sport, con il calcio: nel 1942 il Livorno fu l’unica squadra a sconfiggere il Grande Torino, arrivando al secondo posto di quella Serie A poi riconquistata il 29 maggio del 2004.