GUIDO DE LEO
Sport

Robur Siena: stagione deludente in serie D e incertezze future

La Robur Siena chiude una stagione deludente in serie D con un sesto posto. Cambi societari e promesse future.

La Robur Siena chiude una stagione deludente in serie D con un sesto posto. Cambi societari e promesse future.

La Robur Siena chiude una stagione deludente in serie D con un sesto posto. Cambi societari e promesse future.

Otto giorni fa si chiudeva per la Robur una stagione particolare, decisamente avara di soddisfazioni che si è trascinata stancamente fino alla fine con un misero sesto posto in serie D, peggior risultato del Siena dalla stagione 1987/88 quando giunse settima in C2, equivalente della quarta serie di ora. E dire che se si pensa ad appena un anno fa, con la formazione di mister Magrini che aveva fatto un sol boccone del campionato di Eccellenza nonostante la partenza in ritardassimo e tutte le vicissitudini annesse e connesse all’utilizzo del Franchi, rimasto chiuso fino all’ultima casalinga contro il Mazzola, le premesse (poi rivelatesi illusioni) sembravano se non importanti almeno interessanti.

Sembrava infatti un piccolo passo verso la costruzione di qualcosa di grande con l’allora presidente e patron Giacomini che aveva promesso di restare per costruire una società, prima ancora della squadra, forti per poi puntare al professionismo. Invece col passare delle settimane prima e dei mesi poi si è arrivati all’estate e le voci di una cessione si sono intensificate con abboccamenti vari, tra cui quello con l’esotico gruppo rappresentato da Zenga, poi finito a Siracusa (fresco vincitore del girone I di serie D) come dirigente. Nonostante queste condizioni divenute non particolarmente brillanti c’è chi però si era illuso di giocare una stagione da protagonisti, sfruttando lo slancio del campionato vinto.

E’ successo tutto l’opposto visto che alla prima, anzi primissima, difficoltà, ovvero il ko interno contro il Livorno la squadra di Magrini si è inspiegabilmente sciolta come neve al sole iniziando il calvario delle quattro sconfitte interne di fila (Foligno, Trestina, Fezzanese e Grosseto) tra novembre e dicembre nonostante l’avvicendamento societario visto che Giacomini dopo dodici mesi scarsi aveva esaurito la spinta propulsiva per guidare la Robur. L’arrivo di Bodin e del folto di gruppo di soci svedesi è sicuramente servito a creare un po’ di serenità interna al club ma è coinciso con l’abbandono di qualsiasi velleità tecnico sportiva come dimostra il finale eufemisticamente moscio che una squadra demotivata e risicata in alcuni ruoli e settori (anche per via del nullo mercato invernale) ha giocato.

Adesso ad un anno di distanza risulta difficile (anche se c’è chi ci riesce) credere a tutto ciò che la società ha promesso, dalla costruzione di un organigramma forte e competente, a quella di una squadra competitiva, fino ai settori giovanile e femminile potenziati. Solo il tempo dirà se anche queste promesse saranno spazzate via, come tutte quelle di chi ha preceduto gli svedesi dal 2014 ad oggi, o se finalmente si potrà tornare ad avere un privilegio che a queste latitudini si è perso del tutto, ovvero quello di pensare unicamente ai risultati del campo.

Guido De Leo

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