PAOLO BROGI
Sport

Robur Siena: crisi profonda dopo la sconfitta con la Fezzanese

La Robur Siena affronta un periodo difficile, tra sconfitte e incertezze sul futuro, dopo la disfatta contro la Fezzanese.

La Robur Siena affronta un periodo difficile, tra sconfitte e incertezze sul futuro, dopo la disfatta contro la Fezzanese.

La Robur Siena affronta un periodo difficile, tra sconfitte e incertezze sul futuro, dopo la disfatta contro la Fezzanese.

Che ne sarà di questa Robur? Se c’è qualcuno che ha certezze in questo senso si faccia avanti e vuoti il sacco. Lo ascolterò con timore, sobbalzando ad ogni sua ventata di ottimismo e interrogandomi seriamente se sa davvero quello che dice oppure è il solito sostenitore della ‘politica del sorriso’ ad ogni costo. Per quanto mi riguarda dico subito che il passato recente mi piace poco, il presente per niente e il futuro mi crea preoccupazione totale. Quando una stagione sta per finire è sempre tempo di bilanci ma qui ci sono tante cose da dire e quindi è giusto ragionare per argomenti, partendo dall’ultima disastrosa partita con la Fezzanese.

Il punto più basso Qualcuno l’aveva pomposamente definita ‘finale di champions’, anzi una delle quattro finali di champions da affrontare in questa ultima parte di stagione. Ebbene i volenterosi ragazzi in maglia verde della Fezzanese hanno alzato la coppa dalle grandi orecchie asfaltando i bianconeri. Già retrocessi, ipoteticamente già in vacanza, hanno spinto forte soltanto sulla naturale gioia di giocare a calcio e hanno segnato quattro gol, sfiorandone altri. Sì, senza dubbio è stato il punto più basso della storia della Robur, peggio delle sconfitte di Badesse e Sinalunga. Il tifoso si è giustamente arrabbiato, rimpiangendo sicuramente quando le arrabbiature erano per sconfitte con la Juve, storia di un passato lontano anni luce che putroppo non tornerà più.

Di male in peggio I risultati attuali non arrivano per caso, ma vengono da lontano, dalla scorsa estate quando la squadra è stata costruita senza troppe ambizioni, nonostante l’allenatore, probabilmente per tenere alta l’asticella, annunciasse di puntare al massimo traguardo. Inizio positivo con il pizzico di fortuna che non guasta mai, poi tante battute a vuoto e niente mercato o quasi. Quindi qualche inevitabile frizione con l’esonero del tecnico. In certi casi sarebbe anche bello sollevare le braccia dal volante e dire ’fate voi’, magari prima che le cose precipitino, ma credo che la parola ‘dimissioni’ sia ormai fuori da ogni vocabolario di italiano. Sarebbe anche più bello spiegare con decisione cosa non ha funzionato ma anche in questo caso cala il silenzio e le parole tornano soltanto quando ormai non contano più niente. Peccato.

Accordi no stop L’attuale proprietà bianconera è comunque ben presente sul terreno, non tanto quando c’è da spiegare una sconfitta da incubo, piuttosto nel momento in cui è possibile fare accordi con altre realtà del territorio. Per carità tutto bello e giusto e sotto dunque con strette di mano e foto con società, enti e associazioni di tifosi. Iniziative senza dubbio apprezzabili che però portano poco o niente alla Robur intesa come squadra di calcio che dovrebbe, mai condizionale fu più d’obbligo, scendere in campo e provare a vincere. Magari con qualche nuovo giocatore ingaggiato per lo scopo. Ma in fondo la frase "vincere o perdere una partita non cambia niente" è lì a ricordarci che siamo ormai in un’altra dimensione rispetto a quello che abbiamo conosciuto in passato. Ho sempre inteso il calcio come un qualcosa dove si investono delle risorse per costruire una squadra forte e in grado di vincere almeno il campionato di Serie D. Non è più così. Il Siena è stato per due volte in Serie D nella sua storia recente e in entrambi i casi è riuscito subito a tornare in C. La prima volta sul campo la seconda volta con il ripescaggio. Già il ripescaggio, adesso è molto più complicato, soprattutto alla luce del proliferare delle seconde squadre e poi ci vogliono sempre 300mila euro a fondo perduto. Infinitamente di più di quanto a gennaio sarebbe servito per assicurarsi qualche giovane ‘quota’ che infatti non è mai arrivata. Insomma, a meno di miracoli, la Robur per la seconda volta nella sua storia recente farà per due volte di fila la quarta serie, stabilendo un altro primato di cui avremmo fatto volentieri a meno. E meno male che nell’estate 2023 ci ha pensato il tanto bistrattato Giacomini a fare la squadra di Eccellenza, altrimenti magari eravamo ancora a giocare con Asta e Mazzola che hanno ovviamente il mio totale rispetto.

Il passato brucia Gli ultimi anni della Robur sono purtroppo ricchi di mancate iscrizioni ai campionati di competenza. E’ successo e poi è successo di nuovo e questo ha generato paura. Tanta paura che adesso va bene tutto, con ambizioni azzerate e con l’obiettivo che basta che la palla rotoli, non importa in quale categoria e con che tipo di squadra. Lo stadio è sempre più vuoto ma questo non è importante. E’ sempre bello però organizzare giochi a premi come quello tra i due tempi della partita.

Amici sempre. E’ bello anche l’attuale mondo della Robur, osservato con gli occhi di chi arriva dall’Europa del nord e si entusiasma nel vedere uno stadio sempre più parcheggio che cade a pezzi o l’ex di qualsiasi categoria o periodo che invitato in tribuna distribuisce complimenti a tutto e a tutti senza riflettere o farsi domande. Cosa costa una carezza? Niente, il resto non interessa certo a chi torna a Siena solo per qualche ora.

Futuro Intanto ci sarebbero da gettare le basi della stagione che verrà e a chi scrive, come spero a tanti altri, piacerebbe essere sorpresi in positivo. Sì mi piacerebbe guardarmi allo specchio e dirmi in faccia che non ci ho capito niente e che il futuro della Robur è bello ed entusiasmante a dispetto dei tanti pensieri negativi che accompagnano le mie giornate. Non è capitato mai in passato ma c’è sempre la prima volta. O forse no.

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