Parata di ’big’ per il Siena Ricci: "Sogno di tornare"

L’ex direttore sportivo si commuove alla cena dei Fedelissimi: "Spero che la telenovela con Montanari si risolva. Io accetto solo un progetto serio".

Si è commosso Nelso Ricci. E ha fatto commuovere più d’uno: l’ex direttore sportivo della Robur, tra gli ospiti d’onore alla cena organizzata dal Siena Club Fedelissimi per il ventennale della promozione in serie A, è stato acclamato con una standing ovation. "Vi ho sempre ricordato con piacere, spero che anche voi mi ricorderete". La verve, anche con il passare degli anni, è sempre la stessa. "E’ stato bello rivivere tanti ricordi – ha detto –. Dispiace che queste emozioni cozzino con la sofferenza dei tifosi per le sorti della Robur. Non riesco a capacitarmi del perché il Siena, da quando sono andato via, sia capitata in così tanti inciampi, in particolare il primo fallimento. Mi dispiace che una città come questa non riesca a trovare dirigenti come una volta, come Paganini. Eppure la piazza ha sempre avuto appeal, non è mai stato difficile portare calciatori qua. Alcuni potrebbero giocare ancora in serie B o in A". "Seguo sempre il Siena – ha proseguito Ricci – e spero che questa telenovela con Emiliano Montanari si risolva, anche se la vedo dura perché non ci sono le basi. La situazione mi pare drammatica: da fuori sembra che il presidente non abbia la volontà di passare a un sostituto. Mangiavacchi, che è stato un buon dirigente e con cui ho parlato, non mi è apparso pimpante. In ogni caso ripartire dall’Interregionale non sarebbe un disonore, tante piazze prestigiose, anche la stessa Robur, lo hanno fatto. Sarebbe importante semmai farla a vincere, trovare le giuste soluzioni perché ciò accada". E chissà che… "Sono un vecchietto un po’ arrugginito, ma arzillo, posso dare ancora molto al calcio e con il Siena in Interregionale certo che tornerei – ha svelato il direttore –. Ma dopo 75 anni di carriera, accetterei solo un progetto serio, non mi rimetterei in gioco tanto per fare. Servono voglia, entusiasmo e tempi giusti. E nessuno dovrebbe dirmi cosa fare. De Luca mi chiamava ‘lupo solitario’". "La C, non mi piace più – ha aggiunto –: ci sono 3-4 squadre a vincere e basta. Poi c’è il minutaggio, ci sono i genitori che pagano per far giocare i figli. Non è il mio calcio". Ricci è stato vicino a tornare. "Mi chiamò Ponte – ha chiuso –, ma non me la sentii: ero impegnato a Pistoia e non vedevo uno sbocco".

Angela Gorellini

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