
L’ex difensore della Fiorentina e della Robur racconta la sua carriera terminata al Poggibonsi
Esordì fra i grandi indossando la maglia del Siena in C nel 1966-67, e terminò la carriera con il Poggibonsi in Promozione. Ma il nome di Pierluigi Cencetti (foto) è associato soprattutto a un percorso da difensore al massimo livello, culminato con lo scudetto della Fiorentina di Bruno Pesaola nel 1968-69. Abbiamo incontrato Cencetti nella sua Vico d’Elsa, luogo di nascita (il 21 gennaio 1946) e di tutta una vita tra calcio, lavoro, affetti e impegno nella rassegna ’Vico Arte’, ideata dal pittore e scultore Marco Borgianni.
"Iniziai dal Castelfiorentino, allenatore Giorgio Manetti, e nel 1961 ero alla Fiorentina. Pandolfini, il talent scout, chiese la mia disponibilità. Da lì cominciò, grazie al vivaio, l’epopea della Fiorentina, che conobbe l’apice con il tricolore e la partecipazione alla Coppa dei Campioni".
In precedenza, Siena... "Avevo da poco contribuito alla vittoria della Fiorentina al Torneo di Viareggio nel 1966. La società credeva in me e così decise di inviarmi alla Robur. Dovevo ‘farmi le ossa’. Esperienza valida, in prospettiva".
Dopo Firenze, altre piazze rilevanti: Brescia, Livorno, Arezzo. E la conclusione, nel Poggibonsi... "Per ragioni legate all’azienda della mia famiglia entrai in contatto con Ilio Bruni, allora vice presidente e ancora oggi nella dirigenza dei giallorossi. Accolsi l’invito, in un Poggibonsi che aveva al timone un giovane tecnico, preparato e sfortunato: Rossano Giampaglia".
Paolo Bartalini
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