Siena, De Mossi non si ricandida. "Cinque anni possono bastare"

"Sono un civico e un uomo libero, decido il mio destino". Si apre la partita per la successione

Siena, 8 dicembre 2022 - "Sono un civico, un uomo libero e fautore del mio destino". Il sindaco di SienaLuigi De Mossi, ha iniziato così la conferenza stampa convocata l'8 dicembre per mettere un punto dopo quanto emerso nelle ultime ore sulle riserve del centrodestra. Ma le parole più importanti arrivano qualche minuto dopo: "Cinque anni possono bastare", con un piccolo spiraglio di disponibilità aperto solo per "casi eccezionali". Ma "alla maggioranza che mi sostiene dico comunque: preferirei di no".

Nel mezzo, De Mossi ha rivendicato il lavoro della sua giunta sottolineando che "tante cose sono state fatte" in uno dei periodi più difficili che si potessero immaginare, tra Covid, due anni senza Palio, la guerra in Ucraina e la relativa crisi energetica, e definendo la sua una elezione "storica" che ha cambiato la città. E non è mancato anche un riferimento alla novità di un sindaco civico che ha "sacrificato tanta parte della propria vita privata" e ha continuato a portare avanti la sua professione, a rimarcare la discontinuità dai suoi predecessori.

Nel 2018 De Mossi, sostenuto dai partiti del centrodestra e da alcune liste civiche era stato eletto battendo la coalizione di centro sinistra guidata da Bruno Valentini: un'affermazione storica perché per la prima volta il centrodestra conquistò Siena, dal dopoguerra sempre amministrata dalla sinistra.

A Siena in vista della scadenza elettorale del prossimo anno sono in corso iniziative di partiti e gruppi di cittadini. Già sono stati presentati ufficialmente due candidati: Fabio Pacciani sostenuto da alcune liste civiche, in passato priore della contrada del Bruco e medico dentista, ed Emanuele Montomoli, professore universitario e cso dell'azienda Vismederi che opera nel settore delle biotecnologie. Il suo nome tra l'altro potrebbe essere quello del futuro candidato dell'area di centrodestra dopo la rinuncia di De Mossi.