Zanardi, battaglia sulla posizione del camion

Per ricostruire la dinamica dell’incidente a Pienza fondamentale il filmato girato da un videomaker che seguiva la staffetta tricolore

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C’è il disegno che ricostruisce il punto di impatto, nella perizia di 52 pagine dell’ingegner Dario Vangi in cui viene ricostruito quel drammatico pomeriggio del 19 giugno. Quando una giornata di festa – dopo la tappa a Sinalunga e l’accoglienza trionfale per Alex Zanardi e la sua staffetta tricolore – si era trasformata in un incubo. L’ex pilota di Formula uno si era scontrato più tardi contro un tir con l’hanbike. A Siena i medici l’hanno salvato e adesso continua la sua battaglia a Milano. L’ennesima per la vita.

Intanto si combatte quella sulle consulenze che da quasi un mese sono al vaglio della procura. In quella del consulente del pm Serena Menicucci c’è appunto un disegno nel quale viene ricostruito il punto di impatto esatto fra i due mezzi. Con il tir spostato verso destra, per evitare l’urto, e la handbike nella corsia del mezzo pesante. Sono stati colti anche alcuni frame dal video amatoriale di Alessandro Maestrini, che seguiva la staffetta. Sin da subito la prova regina per aiutare gli investigatori a fare luce sulle responsabilità. Frame che servono per declinare l’evolversi di quegli istanti, quando il tir risaliva le curve procedendo a 38 chilometri orari mentre Zanardi andava a 49,3. Sarebbe stato possibile stabilirlo analizzando il ciclocomputer dell’amico che era a pochi metri di distanza dal campione. Ce n’è uno in particolare, che mostra il momento in cui la handbike perde l’equilibrio e giunge il tir, che è al centro del braccio di ferro fra i consulenti, Mattia Strangi della difesa di Marco Ciacci, e Giorgio Cavallin di Padova per la famiglia Zanardi. Ma è soprattutto sullo sconfinamento di alcuni centimetri del camion, sulla frase "a cavallo della striscia di mezzeria", che le due parti si scontreranno per lattribuzione delle responsabilità.

"La posizione dell’autotreno in quel punto non ha un nesso causale con la deviazione attuata da Zanardi – sostiene Strangi, che ha seguito anche il delicato caso della morte del pilota Nicky Hayden – perché comunque avrebbe attuato la stessa manovra anche qualora l’autotreno si fosse trovato una manciata di centimetri più a destra". Non sarebbe stata dunque, a suo avviso, l’invasione di carreggiata a determinare la brusca manovra dell’atleta paralimpico. Per Strangi la reazione di Zanardi "è stata determinata dalla presenza del tir, non dall’eventuale infrazione commessa dall’autista".

Laura Valdesi