"Viviamo nello scenario ideale per grandi pellicole"

Paola Micheli lo racconta nel suo libro in cui ha recensito oltre cento titoli

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Daniel Craig, 007 a Siena è la spia britannica più famosa; Giulietta incontra Romeo a Pienza. Siena e il territorio sono scenari per film d’autore, "scelti da grandi registi. La città, il Chianti, Val d’Orcia, provincia, sono stati molto visitati dal cinema. Anche località inaspettate; pensiamo a ’Pinocchio’ di Matteo Garrone girato a Sinalunga a La Fratta", dice Paola Micheli che, già docente all’Università per Stranieri, questo feeling lo racconta nel suo libro ’Ciak: si gira in Terra di Siena’, con oltre cento film recensiti.

"Nel territorio sono stati girate pellicole importanti: come le impeccabili opere di Franco Zeffirelli: ’Fratello sole, sorella luna’, a San Gimignano, Montalcino, Sant’Antimo;‘Romeo e Giulietta’; ’Un tè con Mussolini’, a San Gimignano. Poi, ’Io ballo da sola’ che Bernardo Bertolucci ha ambientato nel Chianti, vicino a Brolio, con incursioni all’Acqua Borra, Scorgiano, Geggiano. Tra i capolavori, i film di Andrej Tarkowski ’Andrej Rublev’ e ’Nostalghia’, in cui la Val d’Orcia, Val d’Arbia, l’Abbazia di San Galgano, assumono valore simbolico. Ed ancora, ‘Il gladiatore’ di Ridley Scott; ’007 Quantum of solace’ di Marc Foster: ’Six Underground’, Netflix; altri".

Perché? "È impossibile non stupirci di fronte a prospettive che impressionano per il perfetto rapporto tra natura e il segno impresso dall‘uomo". Più storia, thriller o altro? "Molti film sono storici. Tra i più recenti, le tre edizioni de ‘I Medici’ a Montepulciano e in Val d’Orcia; il film dell’olandese Paul Verhoeven ’Benedetta’, ’Blessed Virgin’, a Montepulciano e a San Quirico d’Orcia. Molte le commedie in Val d’Orcia, come ‘Mare di grano’, di Fabrizio Guarducci".

Siena interessa ancora? "Sì. Peccato che, soprattutto per il Palio, solo pochi registi hanno penetrato la vera essenza. Non vorrei ricordare la vergognosa esperienza de ‘Il burbero’ che fece giustamente infuriare i senesi. A mio parere, a parte alcune felici esperienze documentaristiche, il lungometraggio che ha raccontato il Palio con una certa capacità realistica resta il blasettiano ’Palio’, grazie alla scrittura e alla consulenza di Luigi Bonelli. Erano gli anni trenta".

Antonella Leoncini