REDAZIONE SIENA

Violentata durante i riti satanici Marito e moglie davanti al gup

Fissata a fine settembre l’udienza preliminare per i due imputati al centro dell’inchiesta del pm Ammendola. La procura chiede il rinvio a giudizio di fronte alla Corte d’Assise competente per la riduzione in schiavitù.

Presunti riti satanici e violenze di gruppo su una 43enne che nel lontano 1999, giovanissima, era stata affidata ad una coppia lombarda. La trama dell’inchiesta condotta dal pm di Milano Stefano Ammendola assomiglia ad un film dell’orrore. A stabilire se ci dovrà essere il rinvio a giudizio davanti alla Corte di Assise (competente infatti per il reato di riduzione in schiavitù che viene contestato) di marito e moglie sarà il gup nell’udienza preliminare che è stata fissata a fine settembre. Fatti che sarebbero avvenuti fra la Lombardia e la provincia di Siena ma anche nella nostra città e alla sua immediata periferia, alcuni già al centro di esposti ed archiviazioni, denunce e controdenunce. I due imputati sono difesi dagli avvocati Luigi De Mossi e Francesco Poggi di Milano, la donna è assistita da Massimo Rossi.

La storia di presunti abusi sarebbe iniziata quando la giovane, appena maggiorenne, era stata ospitata dai coniugi affidatari. Che secondo il pm Ammendola, approfittando della vulnerabilità della ragazza, l’avrebbero condizionata psicologicamente al punto da spingerla a pensare di essere un loro ’oggetto’. Una sorta di proprietà. Che avrebbero costretto a subire violenze sessuali di gruppo. Non solo aveva avuto un figlio a seguito della relazione con l’uomo a cui era stata affidata, da questo poi riconosciuto. Ma il capitolo più delicato su cui certo verterà il braccio di ferro in aula fra accusa e difesa, riguarda presunti riti satanici e messe nere nell’ambito delle quali la giovane donna è stata ripetutamente abusata all’interno di un ambiente insonorizzato. Cosa che sarebbe accaduta mentre la moglie dell’uomo era presente. Lui l’unico a mostrare il proprio volto, gli altri incappucciati. Nel corso di questi episodi sarebbe stata anche ferita con un coltello su varie parti del corpo mentre la moglie recitava una sorta di litanie al cospetto di crocifissi capovolti. Sarebbe stata oggetto di pratiche simili all’infibulazione, secondo la ricostruzione della procura che il gup dovrà adesso valutare, cosa avvenuta anche nella nostra provincia dove la vittima si era rifugiata, venendo rintracciata. Sul tavolo del giudice anche un’altra serie di violenze che avrebbero caratterizzato il periodo fino al 2015. Un lunghissimo arco di tempo nel quale, se le tesi della procura venissero confermate, sarebbero state inflitte alla giovane grandi sofferenze. Ma gli imputati hanno sempre smentito i fatti contestati, unitamente ad altre inchieste già concluse.

La.Valde.