"Verità sulla morte di mio figlio"

Parla il padre del bimbo di 10 mesi morto alle Scotte. C’è un’inchiesta per omicidio colposo

Il policlinico di Siena

Il policlinico di Siena

Siena, 31 maggio 2019 - «Intanto mi sono rivolto ai carabinieri, ora andrò da un avvocato. Anche se il mio Mohamed non tornerà». La voce stanca di chi ha visto l’inferno nelle ultime ore. Piegata dal dolore ma densa anche di rabbia, quella di Zied Yazidi. E’ il padre del bambino di dieci mesi che non ce l’ha fatta. E’ morto mercoledì alle Scotte e ora la procura indaga. C’è un fascicolo contro ignoti, sono state prese le cartelle cliniche e tutti i documenti sanitari del piccolo paziente. A coordinare l’inchiesta condotta dalla stazione di Siena è il procuratore Salvatore Vitello insieme al sostituto Daniele Rosa. «Non ho ancora parlato con loro», spiega Yazidi.

Una famiglia felice. L’uomo, tunisino di 36 anni, da dieci vive in Italia e lavora in un ristorante a Siena. La moglie l’ha raggiunto da un paio di anni. «E’ distrutta, Mohamed era il nostro primo figlio», racconta. Le foto che inviano al giornale disegnano momenti felici trascorsi con il bambino. E’ così che intendono ricordarlo. La salma fino a ieri pomeriggio era ancora all’obitorio delle Scotte, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Forse già oggi potrebbe essere disposta l’autopsia. «Chiedo la verità perché se ci sono responsabilità non accada ad altri bambini», spiega l’uomo.

«Mohamed è nato qui, a Siena. Stava benissimo. Aveva avuto un intervento il 29 marzo scorso. Un’operazione riuscita. Gli avevano lasciato soltanto un tubicino. Il 4 aprile era stato dimesso», ricostruisce il padre. Accanto a lui la moglie, piegata dal dolore. Doveva prendere solo gli antibiotici. «Il 13 maggio è stato chiamato all’ospedale per toglierlo e il giorno dopo siamo tornati a casa», prosegue. Nulla faceva presagire il dramma che sarebbe poi accaduto. Il 22 maggio si era presentato per un’ecografia di controllo. «‘C’è qualcosa che non va’, fu detto. Ma quando mia moglie portò l’esame alla specialista la rassicurò, dicendo che era tutto a posto. Basta antibiotici: ora mi chiedo se fosse giusto sospenderli senza fare analisi».

Sabato Zied Yazidi aveva portato il figlio al Luna Park a Siena anche se la famiglia abita a Toiano, nel comune di Sovicille. Momenti felici, che conserverà nel cassetto dei ricordi più belli. «La sera, durante la notte, ha cominciato ad accusare vomito e diarrea. Aveva la febbre. Così domenica 26 siamo andati la prima volta al pronto soccorso ed è stato dimesso. Siccome stava ancora male ce lo abbiamo riportato lunedì. Gli hanno fatto tante analisi, accertamenti. Mi hanno detto poi che era peggiorato. Il cuore non andava bene. Erano in tanti intorno a lui. L’hanno attaccato ad una macchina. ‘La situazione è difficile’, dicevano. Poi sempre peggio...».

L’Azienda ospedaliera universitaria, oltre ad esprimere il dolore dei professionisti che si sono occupati del bambino, spiega di aver svolto un audit a cui hanno partecipato oltre 40 persone. E sottolinea, ricostruendo l’accaduto, «una tempestiva presa in carico del piccolo al fine di poter fornire tutto il supporto clinico assistenziale possibile». Sarà ora la procura a stabilire se ci sono eventuali responsabilità.