Uomo morì all’ospedale "Medici, c’è stata imperizia"

Depositata la consulenza tecnica disposta dal giudice civile Bernardini . L’avvocato Mugnai: "Negligenza anche nella tenuta della cartella clinica"

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di Laura Valdesi

SIENA

Quelle cinque lunghe ore trascorse dal momento in cui il padre ha lasciato il figlio al pronto soccorso e quando il suo cuore ha smesso di battere sono state ricostruite dietro le quinte. Quelle dell’ospedale di Nottola dove il 51enne, di professione autista, molto attivo nel volontariato a Sinalunga, era stato accompagnato il 13 dicembre 2018 dal genitore. Cinque ore delineate, passo dopo passo, dalla consulenza tecnica d’ufficio disposta dal giudice Paolo Bernardini a seguito del ricorso per accertamento tecnico preventivo che era stato presentato dall’avvocato Andrea Mugnai per conto del padre del 51enne. Che chiede di sapere com’è morto suo figlio perché è sempre stato convinto che poteva essere salvato.

"Le conclusioni a cui sono giunti i consulenti hanno posto in evidenza delle carenze sotto il profilo metodologico nella gestione del serio quadro clinico configuranti – sottolinea l’avvocato Mugnai – negligenza non solo nella tenuta della cartella clinica ma anche imperizia nella condotta medica". Ma c’è di più: "Carenze che hanno inciso negativamente sull’evoluzione della patologia in corso provocando a dire dei consulenti una perdita delle opportunità di sopravvivenza superiore al 50%". Alla luce di quanto emerso il legale aggiunge di aver manifestato all’azienda sanitaria da parte del suo assistito la volontà di una definizione della vicenda ma non essendoci stata alcuna risposta dell’Asl "siamo costretti – annuncia – a procedere ad una causa civile per il risarcimento del danno".

Nessuno potrà restituire al padre, che ha 79 anni e deve confrontarsi ogni giorno con la perdita della persona più cara, la serenità. Svanita da quando se l’era caricato sulle spalle per portarlo in macchina al pronto soccorso in modo da essere ancora più rapido. Era entrato in codice giallo ma stava male. Soffriva di diabete e il genitore lo aveva detto subito ai sanitari. Poi era iniziata la lunga attesa, cinque ore nelle quali erano stato compiute ad avviso della famiglia delle inadempienze da parte dei sanitari che, stando alla consulenza tecnica redatta da dal medico legale Fabio Mari e dall’internista ospedaliero Brunetto Alterini, hanno trovato riscontro nella ricostruzione del caso. Il padre del 51enne si è avvalso del dottor Antonio Galzerano, specialista in anestesia e rianimazione, l’Asl si è rivolta al medico legale Angelo Stamile. Una vicenda delicatissima, sotto il profilo umano da un lato e professionale dall’altro, su cui l’Azienda sanitaria locale contattata da La Nazione non interviene.