Università, l’inflazione "costa" 11 milioni. "Ma rette e servizi non aumenteranno"

Il rettore Di Pietra incassa l’ok del Cda per il primo bilancio di previsione.

Al centro il rettore Roberto Di Pietra durante l’inaugurazione dell’anno accademico

Al centro il rettore Roberto Di Pietra durante l’inaugurazione dell’anno accademico

Siena, 21 dicembre 2022 - Aumento dei costi operativi per 11 milioni di euro, ma nessun rincaro delle tasse studentesche; anzi risparmi dall’efficientamento dei servizi e dell’attività: è il primo bilancio dell’economista Roberto Di Pietra da rettore dell’Università degli Studi, per i prossimi sei anni. Il Cda dell’ateneo ha approvato ieri il documento di previsione annuale, del 2023 e per il triennio 2023-2025, con un totale dei proventi pari a quasi 203 milioni di euro e come da normativa in pareggio. Il bilancio indica la strada all’ateneo e ne esce una guida prudenziale, volta a far tornare i conti.

«Considero questi presupposti come essenziali - il commento del rettore - per continuare a far svolgere al nostro ateneo il principale ruolo di propulsore dello sviluppo sociale ed economico a livello locale". Si parte dall’innalzamento dei costi operativi, legato alla guerra e ai prezzi dell’energia. "L’incremento dell’inflazione, con particolare riferimento alle forniture energetiche – prosegue Di Pietra - contribuisce a determinare un incremento dei costi operativi di circa 11 milioni di euro, passando da 184 milioni previsti nel bilancio 2022 ai 195 milioni per il prossimo esercizio. Tale aumento è pienamente coperto dai proventi previsti nel bilancio preventivo grazie anche alla razionalizzazione della spesa delle diverse aree organizzative".

Non verranno dunque intaccati i contributi degli studenti né i servizi, cui verranno destinati ancora 42milioni di euro, nonostante il decremento delle risorse governative ai contratti di formazione delle specializzazioni mediche. Rimane sostanzialmente stabile il Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) del Ministero dell’Università, che si attesta a 100.253.477 euro. Con una stabilità sulla ‘No Tax Area’ - sono previsti circa 2,6 milioni di euro per la copertura - e un aumento dei fondi per piani straordinari che, dai circa 8 milioni di euro previsti nel budget 2022, sono passati a 11 milioni nella previsione 2023. Di Pietra indica come priorità una maggiore attenzione verso la ricerca di finanziamenti esterni e il ‘conto terzi’, attività che sosterrà la politica di reclutamento del corpo docente e del personale tecnico-amministrativo. E qui l’accenno, nella relazione di accompagnamento al bilancio, ai tanti progetti che hanno carpito fondi Pnrr: "Circa 200 docenti partecipano a un ampio spettro di progetti, fra i quali 3 Centri nazionali: Agritech, RNA Technology, National Biodiversity; l’ecosistema della salute ‘THE’; il partenariato esteso Inf-Act; e cinque progetti sulle infrastrutture per l’innovazione. Tutti questi progetti avranno un benefico effetto sulle risorse a disposizione da poter investire sia in termini di reclutamento che organizzativo, per circa 11,5 milioni di euro nell’esercizio 2023". Ai 60 milioni di euro di fondi Pnrr si aggiungono risorse derivanti dai bandi PRIN del 2022 che vedranno la pubblicazione dei progetti finanziati nel 2023, nonché quelle della seconda edizione dei Dipartimenti di eccellenza.

Dall’analisi delle spese agli investimenti: "La possibilità di prevedere 7,5 milioni di euro nel budget investimenti – prosegue – discende anche dall’accesso a fonti finanziarie esterne derivanti da piani di finanziamento del Mur per attività di edilizia universitaria, grazie ai quali nel 2023 partirà la costruzione del nuovo polo didattico Le Scotte".

Diminuiscono le spese per interessi sui mutui, circa un milione di euro nel 2023; tale costo si andrà riducendo negli anni fino ad azzerarsi nel 2027, quando saranno totalmente ripagati i mutui in essere. Allo ‘stato di salute’ dell’Ateneo è stata dedicata l’analisi di alcuni indicatori: l’indicatore del costo del personale presenta un valore molto inferiore alla soglia dell’80 e si assesta per il 2023 al 65,33 per cento. L’Indicatore di Sostenibilità economico-finanziaria si attesta a 1,13, quindi ad un livello superiore alla soglia minima prevista dalla normativa pari a 1. L’indice di indebitamento è di poco sopra il valore soglia del 15 per cento e prevede il rimborso annuale di 7 milioni di euro. "Ritengo che la situazione economico-finanziaria del nostro Ateneo – conclude il rettore nella relazione - sia adeguata allo svolgimento delle attività che siamo chiamati a svolgere".

p.t.