ALESSANDRO FO*
Cronaca

Una laurea per Simone Ciani, 25 anni dopo

Il professor Fo ricorda il ’per sempre’ giovane scrittore senese, scomparso a 22 anni il 10 agosto del 1996, che riposa all’Osservanza

di Alessandro Fo*

"Letteratura cristiana antica, lezione alle 18… stasera l’Università è spoglia, annegata in una desolante solitudine crepuscolare… Arriva qualcuno… È Cecilia… Siamo in due sulla panchina sospesa tra le nebbie della solitudine serale… Cecilia incrocia le gambe e sta come a una seduta di yoga, rivolta verso di me che con lo sguardo le cerco ogni tanto la finezza dei lineamenti orientaleggianti, e la delicata dolcezza dei piccoli piedi… La laguna di crepuscolo si prepara ad animarsi delle energie per l’ultima lezione della giornata". La delicata pagina cui rubo qualche riga appartiene a un (per sempre) giovane scrittore senese, Simone Ciani: dal suo libro di racconti Catastrofi e scrigni (Polistampa 1999, Premio Fiesole giovani 2002). È datata 1994: Simone aveva vent’anni.

Chissà, forse fu quella stessa sera che Simone chiese un colloquio al professore, e gli raccontò per la prima volta di tutti quei talenti che lo rendevano incerto sulla disciplina in cui laurearsi. Cinema? Aveva scritto già centinaia di recensioni, perlopiù per "Il Cittadino", ed era accreditato come critico alla Mostra di Venezia, dove ha fra gli altri colpito Pupi Avati al punto che il regista, introducendo una scelta di quei tanti scritti cinematografici (Two rode Togethers, Polistampa, 2003), ne mette in rilievo la "lucidità rara" e la capacità di cogliere "il bersaglio, nel bel mezzo del centro". Musicologia? Era vicino al diploma in pianoforte, che ha poi conseguito presso l’Istituto Franci. Letteratura italiana? Premio giornalistico ’Silvio Gigli’ 1993, autore di numerosi racconti e di un romanzo, aveva in dote una scrittura limpida ed efficace: sulla rivista letteraria ’Caffè Michelangiolo’ (n. 1 del 2000), Antonio Tabucchi lo ha definito "mio compagno di banco", facendo leva su "quella fratellanza di sentimenti propria di coloro che, anche senza dirselo, sono sintonizzati sulla stessa misteriosa lunghezza d’onda dell’animo".

Scelse infine la Letteratura cristiana antica, e chiese a quel professore della lezione alle 18 ("il Fo") di lavorare sull’Octavius di Minucio Felice, straordinario dialogo in cui, passeggiando sulla spiaggia di Ostia, il cristiano Ottavio converte il pagano Caecilius fino a quel momento cieco – caecus – di fronte alla verità. Simone ci ha lasciato ventiduenne il 10 agosto del 1996. Tracce dei suoi incredibili doni restano nei libri pubblicati postumi, fra cui, a cura del Liceo Piccolomini dove si diplomò, i suoi temi di liceo (Nel cuore dell’anima, 1996). Per ricordarlo come ha meritato, l’Università di Siena, grazie alla sensibilità del rettore Francesco Frati e di Pierluigi Pellini, Direttore del Dipartimento di Filologia, gli conferirà a breve quella Laurea in Lettere che il destino non gli consentì di raggiungere. Cecilia oggi è un’amata professoressa. Simone riposa – e sono 25 anni oggi – nel piccolo, incantato camposanto dell’Osservanza.

*Docente di Letteratura Latina