Treno fermo per due ore. «Un guasto improvviso. Azioni per ridurre i disagi»

Ferrovie si scusa: «Ripartenza impossibile»

I pendolari in attesa del treno  sostitutivo dopo il guasto

I pendolari in attesa del treno sostitutivo dopo il guasto

Torrita di Siena, 12 ottobre 2018 - Non si placa la polemica dei passeggeri che l’altra sera erano a bordo del treno 6917. Partito da Siena alle 17.43, doveva arrivare a Torrita poco dopo le 18.30. Invece, a quell’ora, il convoglio era fermo in mezzo alla campagna tra Rapolano e la stazione ferroviaria di Rigomagno, lungo la Siena-Chiusi, senza dare segni di vita. E lì è rimasto per altre due ore con i passeggeri infuriati e in balia degli eventi.

«Sono episodi molto rari nel panorama della rete ferroviaria regionale, frutto peraltro di guasti meccanici sporadici sui quali purtroppo possiamo fare ben poco. Peraltro la manutenzione è costante, periodica e molto attenta proprio per garantire la maggiore fruibilità del servizio da parte degli utenti».

Così le Ferrovie dello Stato all’indomani dell’episodio. «Inevitabilmente la ripartenza del treno era impossibile per il guasto meccanico al sistema di trazione e allora ci siamo attivati istantaneamente facendo partire una motrice diesel dal deposito di Siena che è giunta a destinazione nel tempo tecnico necessario per rimorchiare il convoglio in panne verso la stazione più vicina, quella di Rigomagno, che ci ha consentito di riattivare subito la tratta. Ma non solo: in considerazione della caratteristica della linea ferroviaria a un solo binario, non elettrificata, è subentrata una doppia criticità, perché è andato in tilt l’intero sistema della rete tra Siena e Chiusi e quindi immediata è stata anche l’attivazione di autobus sostitutivi e servizio taxi che hanno affievolito i disagi per i passeggeri. Gestiamo centinaia di treni regionali e fortunatamente guasti di questo tipo sono molto circoscritti, anche se siamo di fronte a macchine molto complesse. I passeggeri sono comunque ampiamente autorizzati a chiedere il rimborso che per fortuna gestiamo molto di rado».