"Discriminato al seggio": la protesta di un transessuale

Succede a Siena: il ragazzo e la fidanzata protestano per "la fila divisa per genere" e perché la presidente si sarebbe rifiutata di verbalizzare la loro segnalazione

Un seggio

Un seggio

Siena, 21 settembre 2020 - «Discriminati» dalla presidente di un seggio a Siena «che si è rifiutata di verbalizzare la nostra segnalazione». È quanto riferito al Movimento Pansessuale Arcigay di Siena da un ragazzo transessuale e dalla sua fidanzata dopo essersi recati ieri alle urne. Il ragazzo, secondo quanto specifica l'associazione in una nota «notando la fila divisa per genere, ha fatto presente quanto fosse discriminante e di difficile fruizione per le persone trans in pre-T, le persone non binarie che non hanno ancora i documenti rettificati».

Secondo quanto riferito, la presidente del seggio «dopo aver detto che non vedeva nulla di male in tale gestione anche se palesemente discriminatoria» di fronte alla rimostranza del ragazzo e della sua fidanzata avrebbe risposto «che alla nascita noi nasciamo in un determinato genere, che ci viene assegnato e resta immutato» rifiutandosi di prendere atto della segnalazione «ritenendola superficiale», prosegue la nota. La presidente di seggio avrebbe poi invitato i due «a protestare con il Ministero» chiedendo loro malamente di allontanarsi e segnalare tutto alle forze dell'ordine li presenti.

«Se le circostanze fossero confermate - dichiara Greta Sartarelli presidente del Movimento Pansessule Arcigay Siena - saremmo di fronte ad un atteggiamento transfobico e discriminatorio inaccettabile ma soprattutto ad una palese violazione dell'art 74 e 104 del Dpr 30 marzo 1957 n. 361 (Testo Unico delle Leggi Elettorali) che stabilisce che il segretario di seggio che si rifiuta d trascrivere le proteste o segnalazioni di un votante a verbale rischia sanzioni penali e pecuniarie».