Suvignano, s’indaga sul rogo Stavolta ci sono i filmati registrati dalle telecamere

Un rogo accidentale. Questa l’ipotesi principe sull’origine delle fiamme che si sono sviluppate nel tardo pomeriggio di sabato a Suvignano. In un’area immediatamente adiacente a quella sequestrata dalla procura che indaga sull’incendio che distrusse un capannone il 18 agosto scorso. Insieme a centinaia di rotoballe di fieno e quanto contenuto nei silos. Più un trattore. Il fatto che fosse accaduto in una tenuta confiscata alla mafia ha acceso i riflettori sulla vicenda alimentando l’ipotesi dolosa anche se non erano stati trovati inneschi.

E il fatto che i pompieri siano tornati sul posto ha creato apprensione. la pista della criminalità organizzata era stata esclusa, sin dalle prime battute, dal procuratore Salvatore Vitello. Chiaro tuttavia che nessuna pista, in questa fase, viene tralasciata. E si vuole capire se c’è qualcuno che si ‘diverte’ ad appiccare il fuoco. E, nel caso, comprendere perché.

Amministratore e agronomo, le figure di riferimento per la tenuta di Suvignano che adesso è della Regione, non si trovavano in azienda sabato sera. Ma stamani Giacomo Baffetti, che segue la parte produttiva, sarà nella tenuta per analizzare anche i filmati delle telecamere. Sì, sono stati messi occhi elettronici nell’area del rogo che invece fino al 18 agosto ne era sprovvista. E questo aiuterà a confermare l’ipotesi accidentale delle fiamme poco distanti dallo scheletro del capannone oppure ad indirizzare verso altre piste.

A prendere fuoco è stata un’area fatta di sterpaglie di circa 250 metri. Pare che le rotoballe che erano andate a fuoco, sotterrate in quel punto, si siano incendiate. E poi il rogo si è esteso anche al campo. Erano passati 26 giorni dal momento in cui la notte di Suvignano si illuminò di fuoco, tuttavia sembra che sia tecnicamnente possibile che possa essersi rialimentato lentamente. Si stanno raccogliendo testimonianze per capire se è vero che, anche nei giorni precedenti, quell’area fumava. Anche perché non sono stati trovati inneschi.

Laura Valdesi