
Siena, 13 settembre 2023 – “Gli elementi che volevamo introdurre nel giudizio ordinario hanno oggi (ieri, ndr ) cominciato ad entrare. Si tratta di elementi di prova, molti documentali, che spiegano certe situazioni. Chiaro che occorre tempo e pazienza, il dibattimento serve a questo. A sviscerare le varie contraddizioni che, a nostro giudizio, si sono evidenziate nelle indagini preliminari. E che riteniamo possano, lentamente, portare a chiarire la questione oggetto del processo". Queste le parole, al termine dell’udienza fiume, del difensore di Alessandro Cappiello, il giovane accusato dello stupro di gruppo di una studentessa di 22 anni, nella notte fra il 30 e il 31 maggio 2021. Il caso per cui sono stati condannati con rito abbreviato (hanno fatto già appello) Manolo Portanova e suo zio Alessio Langella, più un altro giovane minorenne all’epoca dei fatti. "La ragazza che è stata ascoltata a lungo è da noi ritenuta un teste molto importante perché lei era in quella casa", sottolinea ancora l’avvocato Voce che difende Cappiello insieme alla collega Filomena D’Amora.
Le porte dell’aula si chiudono alle 10,30 per riaprirsi che sono quasi le 14.30. Oltre quattro ore di udienza (con un breve intervallo di venti minuti) serviti per entrare (lentamente) nel vivo di una delle vicende più delicate giudicate a Siena. Un processo a porte chiuse, l’imputato – scarpe da ginnastica, giacca scura – seduto accanto all’avvocato D’Amora. Dietro i vetri si intuisce solo la battaglia fra l’accusa – sostenuta dal pm Nicola Marini e la parte civile con i legali Jacopo Meini e Claudia Bini per ’Donna Chiama Donna’ – e la difesa. Tutti presenti i testimoni. Entra per primo un poliziotto della Mobile che venti minuti dopo dà il cambio ad una collega. Al terzo piano di palazzo di giustizia, completo pantaloni nero, c’è anche la studentessa che ha denunciato lo stupro di gruppo, accompagnata dalla madre che tanto le è stata (e le sta) vicino in questo percorso difficile. Poco distante da loro l’amica del cuore della ragazza, che quella sera era con lei nell’appartamento vicino a Piazza del Campo. E’ l’ultima ad entrare in aula, verso mezzogiorno, quando i testimoni della polizia giudiziaria che seguirono il caso sono già stati ascoltati. Una deposizione nel corso della quale si emoziona. Che deve essere stata a tratti dura e ’forte’, stando alle reazioni che si intuiscono delle due parti e all’intervento del presidente del collegio formato con i colleghi Andrea Grandinetti e Francesco Cerretelli. Solo alle 14.15 la giovane senese, poco più che ventenne, esce dall’aula. Ad attenderla la madre, che l’abbraccia. Poi lascia in fretta il tribunale.
“Siamo contenti di com’è andata l’udienza, chi ha fatto le indagini è stato preciso e puntuale nel ricostruire le cose. E anche l’amica della nostra assistita ha raccontato la sua versione dei fatti", si limita a commentare l’avvocato Meini. "Non mi sembra che sia emerso nulla di contrastante rispetto a quanto già accertato. E che anche la testimone, non della polizia, è risultata del tutto credibile e convincente, sia per ciò che ha detto, sia per le emozioni che ha trasmesso", la lettura dell’udienza dell’avvocato Bini di ’Donna Chiama Donna’. Il processo prosegue il 22 novembre alle 14,30 quando saranno ascoltati i cugini della parte offesa, le amiche che l’accompagnarono l’indomani al pronto soccorso e, probabilmente, un paio di operatori sanitari.