Siena, 27 marzo 2020 - "Volevo fare volontariato in questa fase particolare". Entusiasta dell’esperienza, Alessandro Falchi, 29 anni, agente della polizia municipale a Firenze anche se porta Siena – e il Bruco – nel cuore. "Sono in ferie ’forzate’, mi sarebbe piaciuto dare una mano alla protezione civile a Firenze però abitando qui era complesso. Così, saputo che si poteva sostenere la Caritas per consegnare i pacchi alle famiglie, non ci ho pensato due volte", racconta Alessandro che è alfiere di Piazza e gestisce anche il laboratorio dei tamburi. Il ‘battesimo’ nel nuovo ruolo mercoledì insieme a un altro brucaiolo, Paolo. "Rispettando le misure di sicurezza abbiamo pulito l’Ape della Contrada. E alle 12 eravamo da don Sergio", spiega. Quale era la vostra zona? "San Miniato. Cinque i pacchi, quattro a famiglie che vivono in piazza della Costituzione, un’altra nei pressi del pala-judo". Che tipo di generi avete portato alle persone? "Una busta che, essendo semi-trasparente, lasciava intuire la presenza di verdura. Nella scatole presumo che ci fossero prodotti a lunga conservazione". Indossavate le protezioni? "Certo. Guanti e mascherina, anche gli occhiali appositi". Come funziona il servizio? "Ci veniva consegnato un foglio con indirizzo, interno e numero di cellulare. Abbiamo verificato, suonando il campanello. Nessun contatto con loro, solo un saluto a distanza lasciando sacco e scatolone fuori. C’erano persone di ogni età, stranieri e senesi". Cosa vi hanno detto? "Un grazie sincero. Un aiuto molto gradito. Leggere l’emozione nei loro occhi perché sanno che spendi il tuo tempo per un altro è una sensazione impagabile. I bisogni sono molti anche a Siena, spero che questa esperienza possa servire a potenziare la rete attivata dalle commissioni solidarietà quando l’emergenza sarà terminata". Paura del contagio? "No, forse anche il lavoro che facciamo ci porta ad essere molto accorti ma niente timori".
CronacaIl volontario: "Il grazie negli occhi delle persone è impagabile"