REDAZIONE SIENA

"Siena calcio, il Comune non prenda le distanze"

L’attacco del Pd senese sui tanti errori della società "Strane le proposte di ampliare lo stadio ora"

"Non accettiamo che dall’amministrazione comunale vengano furbescamente prese le distanze da questo disastro". Nel mezzo della bufera sull’Acn Siena targato Armenia, si inserisce l’Unione comunale Pd, partendo dai passaggi che hanno determinato l’ingresso dell’attuale proprietà e ricordando che l’amministrazione comunale motivò così la concessione del titolo sportivo: "La società Siena Noah è risultata la più confacente alle esigenze sportive della città e dei suoi tifosi", premessa della scelta del sindaco De Mossi. Ma da allora "praticamente tutto – osserva il Pd senese – ha preso una brutta piega. In modo irrispettoso, la nuova proprietà ha cambiato e stravolto lo stemma e aggiunto il termine straniero Noah". Poi l’esonero di Gilardino e "lo smantellamento sofferto del settore giovanile".

Il Pd osserva inoltre che "i finanziatori armeni preferirono rilevare una società senza debiti in serie D invece di ripartire dalla serie C, che avrebbe comportato costi maggiori. Il tema della ristrutturazione dello stadio e della sua trasformazione con spazi commerciali, sul modello di altre città, si è intrecciato pericolosamente con il tanto agognato progetto sportivo, senza chiarezza delle intenzioni e della disponibilità del Comune".

Il Pd ricorda infine come la Robur sia "un bene della città e dei cittadini, negli anni le amministrazioni comunali se ne sono sempre interessate in modo attivo, assumendosi le proprie responsabilità. Il Comune oggi non può lavarsene le mani, dopo l’assegnazione del titolo. Così come suonano strane le proposte di ampliare lo stadio fino a 25mila posti inseguendo il modello Udine. Ugualmente molto ambigua la commistione di ruoli e interessi fra personaggi senesi senza alcun ruolo formale, ma comunque vicini all’amministrazione, e la società armena".