Tommaso Strambi
Cronaca

False aspettative

Il responsabile della redazione di Siena, Tommaso Strambi

Il responsabile della redazione di Siena, Tommaso Strambi

Siena, 22 febbraio 2015 - Premessa: «Non esiste una povertà materiale peggiore di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro». Papa Francesco lo ha ribadito nell’autunno scorso, con quella forza espositiva che lo fa apprezzare ben oltre i confini di chi crede. Già, lavoro e dignità. Lavoro e vita. Temi e sfide complesse in una società che ha visto frantumarsi in pochi anni le certezze di modelli economici e sociali che hanno segnato il secolo scorso. E, sebbene gli analisti intravedano segnali di ripresa, è evidente che certi paradigmi non torneranno più. Per questo è importante evitare le false aspettative. Da giorni i dipendenti della Siena Biotech stanno occupando i laboratori contro la procedura di licenziamento collettivo avanzata dal liquidatore. Una protesta per il lavoro e la dignità, cui non possiamo non esprimere la più ampia solidarietà. Quello che preoccupa è la solita litania di promesse che arrivano dal mondo della politica. Che la situazione fosse critica è noto da anni. E nel frattempo cosa è stato fatto? I vertici sono cambiati, è stato redatto un piano industriale che però, a detta della proprietà (la Fondazione Mps), non è sostenibile. Sino ad ora, quando i bilanci finivano in rosso, l’ente di Palazzo Sansedoni arrivava a ripianare i debiti e a consentire alla ricerche di andare avanti. «Oggi – spiega il presidente della Fondazione Mps, Clarich – questo non è più possibile. Serve il concorso di altri attori istituzionali». Ed ecco che a Torre Fiorentina è iniziato il pellegrinaggio dei politici. Quegli stessi che ben conoscevano la reale situazione dell’istituto di ricerca. Quegli stessi che lo scorso anno avevano chiesto alla Regione un paracadute da 3 milioni di euro capace di far imboccare strade di sopravvivenza. Paracadute che doveva arrivare nella primavera scorsa e che non è mai arrivato. Tanto che a dicembre la Fondazione Mps non ha potuto far altro, appunto, che decretare la messa in liquidazione per non bruciare 300mila euro ogni mese. In tutto questo c’è chi (l’onorevole Marisa Nicchi e la senatrice Alessia Petraglia di Sel) ha gridato allo scandalo perché la chiusura di Siena Biotech «avrebbe gravissime conseguenze sulla salute di migliaia di persone affette dal morbo di Huntington». Salvo, poi, scoprire che la strada per la messa in commercio del farmaco è assai lunga. «Resta ancora da sviluppare – spiega Siena Biotech – un’ulteriore fase di sperimentazione sull’effettiva capacità del farmaco di curare la malattia, della durata di circa tre anni, con un investimento di alcune decine di milioni di euro». Lavoro e vita. Lavoro e dignità. Il sindaco Valentini è stato chiaro, il progetto di Siena Biotech è fallito. «Non certo per i lavoratori», ha aggiunto. Ma è fallito. Ora la nuova speranza si chiama Toscana Life Sciences che cerca un immobile da adibire a incubatore di impresa. E la sede di Siena Biotech sembra proprio tagliata su misura. Capace anche di far aprire il paracadute della Regione. Ma ciò che più conta è che ci siano un progetto industriale sostenibile e investitori veramente interessati, oltreché reali. Perché le false aspettative hanno già generato troppi errori. E fallimenti. Buona domenica.