Scotte, sospesa dal lavoro senza stipendio. Il giudice la reintegra

Dipendente dell’Azienda ospedaliera universitaria senese presenta un ricorso d’urgenza ex 700 al giudice del lavoro per essere reintegrata, dopo la sospensione anche della retribuzione dal giugno scorso, nella sue mansioni di carattere amministrativo. Proprio ieri è arrivata all’avvocato che assiste la donna, Antonio Panella, l’ordinanza cautelare di accoglimento del giudice Delio Cammarosano. Che in 24 pagine ha affrontato e argomentato un tema complesso e controverso. Alla donna il 12 aprile scorso era stato chiesto, entro 5 giorni, di presentare i documenti che provavano la vaccinazione anti-Covid oppure il suo differimento o la richiesta di effettuare la dose entro 20 giorni. Una richiesta che secondo la donna era illegittima perché aveva il green pass valido da guarigione fino al 2 luglio. Di più: chi ha preso il Covid, si rivendica, la vaccinazione va fatta preferibilmente entro sei mesi o comunque non oltre i 12 dalla guarigione. Niente da fare: l’Azienda ospedaliera ha deliberato la sospensione fino al 31 dicembre prossimo. Il giudice Cammarosano ha ordinato invece che venga reintegrata nelle sue mansioni, previa sottoposizione ad un tampone secondo modi e tempi previsti dal policlinico. Disposto anche l’immediato pagamento degli stipendi arretrati, in attesa del giudizio di merito che ci sarà a dicembre. Interessante l’approfondimento che viene svolto precisando, spiega l’avvocato, che la decisione non si atteggia polemicamente con lo sguardo al passato ma intende calarsi nella situazione attuale. Si fa presente tra l’altro che allo stato delle condizioni epidemiologiche se l’esclusione dal posto di lavoro un tempo poteva essere considerato ragionevole, non si può dire altrettanto in questa fase, essendo non chiara l’efficacia del vaccino in relazione alla ulteriore trasmissione del virus per vari motivi, anche a fronte di varianti di accresciuta contagiosità.