"Scorie radioattive in Valdorcia? Una follia"

La rabbia dei sindaci di Pienza e Trequanda, il coro degli altri Comuni e di tutti i partiti contro la Carta per i depositi di rifiuti nucleari

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di Massimo Cherubini

Sale alto il coro unanime di proteste degli amministratori dei Comuni della Val d’Orcia e della Val di Chiana. La notizia dell’inserimento di Pienza e Trequanda tra i comuni che hanno aree, ritenute "idonee", dove realizzare i depositi di scorie nucleari ha provocato l’alzata di scudi da ogni parte politica Il fronte è compatto, in primis gli amministratori dei due Comuni nell’elenco delle località ’candidate’ . "Idea indefinibile pensata da chi - dice Manolo Garosi sindaco di Pienza - è completamente all’oscuro di luoghi e cose. Se chi ha avuto questa pensata avesse visto ’Il Paziente Inglese’, film girato in gran parte a Sant’Anna in Camprena, avrebbe capito di aver preso un abbaglio. Aggiungo che in questa zona ci sono pregiate attività agricole e strutture ricettive. Cosa faremo? Tutto quello che si deve fare istituzionalmente, contando sul sostegno che non mancherà della Regione".

"Si tratta – aggiunge da Trequanda il sindaco Roberto Machetti - di una proposta irricevibile e non negoziabie. Trequanda lavora da anni sui temi della sostenibilità ambientale, sulla valorizzazione dei prodotti tipici e del turismo rurale. Siamo il primo Comune toscano iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici, in un territorio pieno di attrattive che valorizza il patrimonio storico, ambientale e culturale, anche attraverso riconoscimenti internazionali. L’inserimento di Trequanda tra i possibili siti della Carta è, in controtendenza con le scelte operate dalle nostre amministrazioni e dai sentimenti delle nostra comunità".

A fianco dei due sindaci anche i colleghi dei Comuni della Val d’Orcia e della Val di Chiana. "Ci adopereremo in tutte le sedi, regionali e nazionali, che il confronto democratico consente - si legge nel documento - attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle nostre imprese, per dire no ad una proposta che ci vede nettamente contrari".

Anche il gruppo consiliare "Uniti si può" che siede nei banchi dell’opposizione a Pienza esprime il fermo no. "Partono da oggi - scrivono - i 60 giorni di consultazione pubblica, con Regioni ed enti locali, per presentare osservazioni a Sogin. Confidiamo che in questo arco di tempo si facciano i dovuti approfondimenti". Dura presa di posizione da Fratelli d’Italia: "Un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi sarebbe uno schiaffo a una delle perle della nostra Nazione". L’ex parlamentare Pd e docente di Geochimica ambientale alla Sapienza, Luigi Dallai, è drastico: "Alle valutazioni geologiche vanno associate valutazioni ambientali, come la vocazione dei territori, le produzioni di qualità e l’interesse storico e paesaggistico. Credo che questo non sia stato valutato adeguatamente e pertanto vada corretto". L’elenco dei no è sterminato, comprende tutti i partiti e i gruppi. E vede nel leader della Lega Matteo Salvini il più battagliero.

"Follia anche solo pensare - afferma Stefano Scaramelli, vicepresidente del consiglio regionale - di individuare un sito di scorie radioattive e nucleari a Pienza. Siamo in un sito Unesco e con la Val d’Orcia sono Patrimonio dell’Umanità. Serve dire No e fermare tutto. Non si può accettare che venga commesso questo ‘crimine ambientale’ contro il nostro territorio". "Una scelta sciagurata - scrive Coldiretti - sulla quale esprimiamo il nostro profondo dissenso. Si deve tutelare la vocazione di un territorio che può contare su un’agricoltura fra le più performanti e più green d’Europa, con specialità a denominazione di origine Dop e Igp riconosciute a livello comunitario, con vini Doc e Docg apprezzati in tutto il mondo".