Il 25 aprile tra festa e polemiche. Il sindaco Fabio: "No alle fazioni". Boldrini: "Non sa dire antifascista"

La ricorrenza della Liberazione con la deposizione delle corone e il corteo fino a Piazza. L’ex presidente della Camera: "Da destra revisione storica". Michelotti, FdI: "È un patrimonio comune, nessuna lezione".

Il 25 aprile tra festa e polemiche. Il sindaco Fabio: "No alle fazioni". Boldrini: "Non sa dire antifascista"

Il 25 aprile tra festa e polemiche. Il sindaco Fabio: "No alle fazioni". Boldrini: "Non sa dire antifascista"

"Libertà e democrazia non sono un patrimonio acquisito una volta per tutte, ma princìpi inderogabili da riaffermare giorno per giorno con la consapevolezza della loro universalità". Così Nicoletta Fabio, primo sindaco donna a parlare a Siena in occasione del 25 aprile, in una giornata che si è conclusa con l’accesa polemica dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini, deputata Pd: "Peccato che la sindaca sia riuscita a non pronunciare mai la parola ‘antifascista’, né a citare contro cosa la Resistenza avesse lottato o da cosa fosse stata liberata la città. La destra si ostina a tentare un’operazione di revisione storica e di omissione sul ventennio più buio della storia del nostro Paese". Nessuna risposta per ora da Palazzo pubblico, mentre interviene il deputati di FdI Francesco Michelotti: "Il 25 aprile è patrimonio comune e non saranno certo le strumentalizzazioni e le polemiche a rendere qualcuno più democratico dell’altro. Nessuna lezione politica né di carattere lessicale può essere impartita al sindaco".

Le celebrazioni si erano svolte con la deposizione delle corone all’Asilo Monumento, al rettorato dell’Università e alla Sinagoga, poi la partecipata cerimonia in piazza del Campo. "È indispensabile rispondere concretamente al dettato della nostra Costituzione, un progetto in divenire che segna come valore fondante la libertà della persona – ha detto il sindaco Fabio –. Tutto ciò che è stato conquistato va custodito e insegnato non solo a parole ma con l’esempio e la testimonianza a chi corre il rischio di dare per scontato quello per cui molti uomini e donne hanno coraggiosamente combattuto".

Il sindaco ha colto l’occasione per lanciare un appello all’unità: "Queste ricorrenze non ci devono mettere davanti a delle scelte: nessuno schieramento, nessuna fazione, ma un’unica strada, la difesa dei diritti insieme al rispetto dei nostri doveri e all’assunzione delle nostre responsabilità, il rifiuto della violenza e della sopraffazione, il saldo diniego, come ha detto il presidente Mattarella, di ogni forma o principio di autoritarismo". Sulla stessa linea anche Riccardo Nencini, presidente del Gabinetto Vieusseux: "A distanza di 100 anni dovremmo avere almeno il tentativo di storia condivisa", ha detto.

Il presidente della Provincia David Bussagli è intervenuto citando un estratto dell’ultimo discorso alla Camera di Giacomo Matteotti. "Pagò con la vita, dieci giorni dopo aver pronunciato quelle parole venne ucciso da una squadra fascista – ha detto –. Ricordiamo il valore della parola libera, che anche oggi 79 anni dopo la Liberazione sembra destare fastidio". "L’antifascismo contemporaneo è diverso da quello che contrastò il regime – ha specificato Silvia Folchi, presidente provinciale dell’Anpi –. È un progetto politico che si proietta al di là dell’occorrenza in cui è nato".

Si è svolto anche il corteo dell’associazione studentesca Cravos. "Per noi – affermano – il 25 aprile è significativo anche perché coincide con la rivoluzione dei garofani in Portogallo".