Sansedoni, adunanza dei creditori sul concordato preventivo

Le quattro banche avranno 20 giorni di tempo per votare. L’alternativa è il fallimento

Come stabilito dal giudice delegato Valentina Lisi, che ha accordato una proroga di tre settimane per l’emergenza Covid, ieri è andata in scena l’adunanza dei creditori convocata per decidere sul concordato preventivo della società. Originariamente era prevista il 29 aprile 2020, la prima ondata Covid la fece slittare a novembre, i commissari giudiziali chiesero e ottennero un rinvio a fine gennaio 2021, poi la società ottenne l’ultimo slittamento di tre settimane. E si arriva a ieri con la proposta di concordato elaborata dalla Fondazione Mps e dagli investitori Arrow Global, Lanzone 22 e Sagitta Sgr. Che hanno costituito una società, la ProCo, nella quale dovrebbero affluire gli immobili ipotecati e il debito ipotecario. Le quote della PropCo dovrebbero essere conferite a un fondo la cui gestione sarà affidata alla Sagitta Sgr.

Dopo l’adunanza di ieri, i creditori hanno 20 giorni di tempo per votare la proposta di concordato preventivo. Serve il voto dei creditori ipotecari, in questo caso le quattro banche interessate: Amco, che ha rilevato il credito di Banca Mps, Banco Bpm, Bper e la società di cartolarizzazione Rienza, che complessivamente vantano 123 milioni di crediti ipotecari.

Per ora nessuno avrebbe votato, ma servirebbe l’assenso unanime dei creditori principali per far passare il concordato preventivo e salvare la società Sansedoni, garantendo alle banche una percentuale delle somme vantate. Un passaggio chiave, quello dell’omologa, che non ha alternative. Se non quella di far scattare il fallimento della società nel caso qualche creditore ipotecario votasse contro la proposta di concordato. Ora si tratta solo di aspettare, poi di lasciare il tempo alle eventuali opposizioni. Ma se tra 20 giorni non ci saranno i voti necessari, scatta automaticamente la procedura fallimentare, vista l’istanza della procura di Siena.