San Valentino con bar e ristoranti chiusi. "Accanimento che uccide i nostri locali"

Zona arancione e nuovi divieti da domani, insorgono Confcommercio e Confesercenti: "Prenotazioni annullate, bisogna buttare il cibo"

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Siena, 13 febbraio 2021 - Il Covid non salva nemmeno le Feste e non concede quel respiro di sollievo che San Valentino, domani, avrebbe dato al commercio tutto, a partire dalla ristorazione: il ritorno in zona arancione fa chiudere di nuovo ristoranti, bar, osterie e trattorie anche a pranzo e, vietando gli spostamenti fra Comuni, frenerà di certo anche quella poca voglia di shopping in periodo di sconti.

"Anche la sorte sembra essersi accanita contro l’economia, il commercio locale – sbotta il direttore generale di Confcommercio Siena, Daniele Pracchia – San Valentino coincide con il ritorno in ’arancione’ e cancella anche il pranzo della domenica. I ristoratori si erano già organizzati, acquistando merce, allertando il personale, per una giornata che si preannunciava da tutto esaurito. Invece nulla, anche questa volta. Capisco l’emergenza sanitaria, le varianti che ora complicano ancora la situazione, ma qui si sta distruggendo l’economia: credo che il dato della domenica a pranzo sarebbe stato irrilevante ai fini statistici e dunque le variazioni potevano anche partire il lunedì. E poi, dopo un anno di sacrifici e adattamenti richiesti, è venuto il tempo di mettere da parte i ristori e far convivere l’economia con la salute. Mi sembra non ci sia consapevolezza della realtà del lavoro: stiamo impegnando le prossime generazioni a pagare i debiti immensi di oggi, senza prospettive".

"Se arancione dev’essere, che sia da lunedì" è il messaggio rilanciato da Confesercenti in tutta la Toscana. "Visto che da un anno a questa parte le giornate ricche di prenotazioni sono state rarissime, è facile capire– inizia Michele Vitale, presidente dei ristoratori Fiepet Siena – che molti di noi hanno già raccolto prenotazioni per il 14 febbraio. E potete immaginare cosa potrebbe significare dover annullare tutto. Oltre all’ennesimo schianto emotivo per questo settore: per i lavoratori richiamati in servizio e per tutti i gestori dei locali. Davanti a noi vediamo una prospettiva di ristori scollegati dalle effettive spese che dobbiamo sostenere, di un suolo pubblico che a giugno potrebbe tornare a pagamento, di criteri sull’erogazione del credito che rendono più alto il rischio di finire in default".

"E’ inaccettabile dover aspettare il venerdì sera per sapere chi può stare aperto la domenica – osserva il presidente Confesercenti, Leonardo Nannizzi – Capiamo che il Comitato tecnico scientifico debba fare le sue valutazioni, ma allora che le faccia il lunedì per farle entrare in vigore a metà settimana". La prospettiva del ritorno in arancione tiene sulle corde anche il commercio non food, benché non chiuso: "E’ facile prevedere - prosegue il presidente provinciale - che la gente in giro tornerà ad essere meno di quella che c’era in zona gialla, che già era poca. Il fatto di non poter andare avanti con questo stato di cose non è semplicemente uno slogan. Molte imprese commerciali non ce la fanno più e c’è già chi ha rinunciato. Nella nostra provincia ci sono zone dove il contagio è tornato ad azzerare la mobilità. A livello nazionale sta per insediarsi un nuovo Governo, ci aspettiamo di trovare un interlocutore capace e competente per superare questa situazione. Saremo a disposizione, come già in passato, sia a livello locale che nazionale, per far capire meglio i problemi che gli imprenditori stanno vivendo, possibilmente prima di prendere le decisioni".

Paola Tomassoni