Resta in cella la donna accusata di omicidio

Giudici della Corte d’assise riuniti ieri mattina in camera di consiglio per decidere se accogliere la richiesta della donna di 25 anni accusata, insieme allo zio, dell’omicidio di Largo Sassetta. Il suo difensore Francesco Paolo Ravenni aveva depositato un’istanza affinché venissero concessi nuovamente i domiciliari alla 25enne ucraina che ha anche una bambina piccola. Era tornata infatti a Sollicciano agli inizi di aprile proprio per aver violato le regole stringenti della detenzione domiciliare. La Corte di assise era presieduta da Roberto Carrelli Palombi e dal giudice a latere Simone Spina, più i sei popolari. Ha risposto ’no’ alla richiesta del difensore per cui la 25enne – di cui non sarebbe però stato trovato il dna sul corpo dell’anziana uccisa – rimane a Sollicciano fino all’inizio del processo per la morte di Anna Maria Burrini, 81 anni, la proprietaria dell’appartamento strangolata con un laccio da scarpe. Fra le motivazioni addotte dalla Corte d’Assise il riferimento alla prevalenza delle esigenze cautelari alla luce della gravità del fatto contestato e delle violazioni delle prescrizioni durante la precedente permanenza domiciliare, anche se non ci sarebbe stato un inquinamento delle prove, né sarebbero stati influenzati testimoni. Insomma, nessuna alterazione di vicende riguardanti il processo. I giudici hanno anche addotto un supposto pericolo di fuga a base del ’no’ ai domiciliari.

La 25enne ucraina, che nella vita faceva l’addetta alle pulizie, attenderà il 3 luglio, giorno in cui inizierà il processo d’Assise, a Sollicciano. L’altro imputato, lo zio di 39 anni che adesso è difeso dall’avvocato Alessandro Buonasera, si trova sempre in cella. Era stata la nipote ad indicarlo come l’autore materiale del delitto dell’anziana che affittava camere della sua abitazione. Dalla casa della pensionata erano spariti gioielli, poi in parte recuperati dalla Mobile vedi una collana preziosa, e denaro che custodiva in camera.

La.Valde.