"’Re’ dei locali di Piazza, non possono essere usate molte intercettazioni"

Caso ’Hidden Partner’, la tesi dei difensori. Eccezioni: il gup decide a gennaio

"’Re’ dei locali di Piazza, non possono essere usate molte intercettazioni"

"’Re’ dei locali di Piazza, non possono essere usate molte intercettazioni"

Querele contestate, capo di imputazione troppo generico, larga parte delle intercettazioni telefoniche non utilizzabili. Questi i cavalli di battaglia in aula, ieri nell’udienza davanti al gup Sonia Caravelli, dei difensori degli imputati della vicenda ’Hidden partner’. L’inchiesta che coinvolge politici e imprenditori. E che ha preso l’avvio dalle verifiche sugli affari di Igor Bidilo, magnate kazako che era diventato il dominus di molti locali di Piazza.

Affollatissima l’aula al piano terra del tribunale, dalle 10 fino alle 13 passate. Tre ore che sono servite per una raffica di eccezioni sull’accoglimento delle quali, però, il giudice si è riservato. Si pronuncerà al riguardo la prossima udienza, il 25 gennaio. Data in cui la parola passerà al pm Siro De Flammineis che sin dalle prime battute ha seguito l’indagine più corposa che è stata condotta negli ultimi anni in città. Nell’udienza seguente, il 22 febbraio, dovrebbero parlare le difese e, forse, il gup deciderà su possibili riti alternativi (difficile che vengano chiesti, questa la sensazione) oltre che sull’intera vicenda. E si saprà se, e nel caso chi, dovrà sostenere un eventuale processo.

"Genericità del capo d’imputazione ma ci siamo soffermati a lungo anche sulla questione dell’inutilizzabilità di buona parte delle intercettazioni", conferma l’avvocato Enrico De Martino che insieme al figlio Lorenzo e allo studio assiste Vincenzo Del Regno, Massimo Guasconi e Salvatore Caiata. Nel mirino in particolare quelle effettuate per le accuse nei confronti del magnate Igor Bidilo che non sarebbero ritenute utilizzabili in quanto si trovano nello stesso procedimento ma si tratta di fatti separati. "Anche per i coniugi Maxim – ribadisce l’avvocato Giulio Pisillo che insieme al collega Mirko Guggiari (ieri in sostituzione di Fabio Pisillo, ndr) si occupa della coppia e di Axia Service – riteniamo che ci sia genericità e indeterminatezza dei capi di imputazione che riguardano i nostri assistiti e l’inutilizzabilità di parte delle intercettazioni". E se l’avvocato Alessandro Buonasera sostiene che le due querele di ’Sielna’ in atti "sono una inammissibile e l’altra tardiva", il collega Michele Bellandi incassa il primo successo: il giudice ha accolto la richiesta di modifica del capo d’imputazione avanzata da quest’ultimo e dall’avvocato Vincenzo Di Benedetto per Andrea Bellandi relativamente ad una rpesunta dichiarazione fraudolenta "eliminando il riferimento al concorso dell’imputato nel reato contestato ad altri 4". Non c’entra niente.

La.Valde.