Quanta eleganza nel Palio di Giunti del luglio 1930

Il drappellone, nel museo dell’Oca grazie a Picino su Lina, ha uno stile epico e romantico

Vorremmo che i prossimi drappelloni del 2024 avessero l’eleganza di quello di Vittorio Giunti del luglio del 1930. E’ l’autore del momento: firma anche per il successivo agosto, dopo aver realizzato entrambi i drappelloni del 1929 e del successivi 1931, 1932 e 1933. Piace il suo stile molto senese, epico quanto basta, dai toni apprezzati e dalla capacità di sprigionare emozioni. L’opera per il Provenzano 1930 ci offre in evidenza un cavaliere senese, armato della classica balzana, che attraversa l’opera e la pittura centrale. Con lui, con estrema raffinatezza, Giunti raffigura un gruppo di senesi che evidentemente vogliono rappresentare il popolo, in una sorta di processione che ci ricorda l’esodo dei senesi dalla città, esuli verso l’ultima roccaforte di Montalcino in quel 1555 che i senesi conoscono a memoria. Angeli svolazzano nell’aria intorno alla Madonna di Provenzano, mentre in basso troviamo una rassicurante lupa senese, intorno alla canoniche date della carriera.

Opera leggiadra e con un pizzico di retorica che poi non guasta, che potete ammirare nella Sala delle Vittorie della Contrada dell’Onda, che lo conserva a perenne memoria della corsa vittoriosa di Lina e il mitico Picino.

Massimo Biliorsi