PINO DI BLASIO
Cronaca

"Puntiamo al mondiale con Martin. Il team Pramac ha tutto per vincere"

Campinoti in testa alla classifica di MotoGp: "Con Ducati qualche frizione, Yamaha ci sta corteggiando"

"Puntiamo al mondiale con Martin. Il team Pramac ha tutto per vincere"

"Puntiamo al mondiale con Martin. Il team Pramac ha tutto per vincere"

Sono passati meno di 5 mesi dai due abbracci. Sembra la stessa foto, ma c’è un abisso di sensazioni differenti. Il 26 novembre Paolo Campinoti, patron della Pramac, sia azienda che team di MotoGp, strinse in un abbraccio consolatorio il suo pilota Jorge Martin, che aveva visto sfumare all’ultimo gran premio a Valencia il suo sogno mondiale. L’abbraccio dopo il grande slam di Le Mans, vittoria sia nella sprint race che nel gran premio, un bottino di 37 punti in classifica, sa più di investitura. Martin ha 38 punti di vantaggio su Bagnaia, dopo 5 Gp, un quarto del percorso. E il giorno dopo Paolo Campinoti si gode il primato nel mondiale che conta di più nelle moto.

"Come mi sento? Da una parte - risponde Campinoti - sono carico a mille per le vittorie in MotoGp. Dall’altra mi turbano le discussioni con Ducati e il team".

E’ vero che ci sono divergenze di vedute? E che i giapponesi della Yamaha bussano alla porta di Pramac, pronti ad offrire ponti d’oro al suo team?

"C’è qualche frizione, è vero. Ed è altrettanto vero che Yamaha ci sta corteggiando. Io vorrei restare con Ducati, ma non dipende solo da me. Anche Ducati dovrà decidere cosa vuol fare. Quest’anno non cambierà nulla, anche per l’anno prossimo ci sono contratti da onorare".

Ma non si gode nemmeno il momento d’oro di Martin e del team Pramac?

"E’ la prova che stiamo lavorando bene e siamo più che contenti. Non dipende solo dalla bravura di Gino Borsoi, team managear di Pramac, o dalla grande voglia di vincere di Martin. Per essere a questi livelli, quando arrivi in cima, ognuno ci mette del suo. Un pilota mette la sua grinta, la sua bravura, il suo coraggio nei sorpass. Ma se la squadra non gli fornisce una moto in grado di primeggiare, battere concorrenti agguerriti, il pilota non va da nessuna parte".

Da patron di Pramac, vuole arrivare fino in fondo e vincere anche il mondiale piloti, dopo aver vinto quello a squadre l’anno scorso?

"Vincere un mondiale dipende da tantissimi fattori, ora è prematuro fare previsioni. Ma con un Martin in queste condizioni, ogni sogno è legittimo. Siamo partiti alla grande, su questo non c’è dubbio. Ma bisogna anche arrivare, non solo partire".

Va sempre ai gran premi a soffrire nei box con piloti e team?

"Sempre no, spesso sì. Siamo appena a 5 gare su 20, il prossimo appuntamento sarà il 26 maggio a Barcellona. Vedremo cosa riusciremo a fare. E soprattutto cosa farà Martin".

Quando lo intervistai a metà dicembre in Pramac dimostrò di essere un tipo deciso. Ha vinto qualche complesso che aveva verso Bagnaia?

"Non ha mai avuto complessi, sta completando il suo percorso di maturazione. E il team Pramac Racing ha competenze e risorse per supportarlo fino in fondo, per accompagnarlo nella sua cavalcata".

Quali sono i rapporti con Generac? E il suo futuro in Pramac?

"Ci sono contratti solidi e collaborazioni proficue. Resterò a lungo alla guida dell’azienda. Soprattutto per concretizzare gli investimenti, per decine di milioni di euro, programmati. Stiamo realizzando un nuovo capannone nel nostro quartier generale a Casole d’Elsa. I lavori vanno avanti celermente. Anche se il mercato dei generatori sta rallentando. Ma sono i cicli dell’economia globale".

Riesce a conciliare i due impegni?

"In pratica sono la stessa cosa. A Le Mans abbiamo avuto diverse riunioni di lavoro, contatti con clienti. Non puoi distinguere tra corse e affari, si intrecciano su tante questioni".

E mentre Paolo Campinoti si prepara ai suoi appuntamenti da manager, ritorna alla mente la risposta che Jorge Martin ci dette nell’intervista del 15 dicembre a Casole, dopo la delusione di Valencia. "Chi è per me Pecco Bagnaia? "Un pilota capace di vincere due mondiali di fila è un grande campione per forza. Sarà l’uomo da battere nel 2024, dobbiamo trovare i suoi punti deboli se vogliamo vincere. Qualcuno l’ho scoperto, ma è meglio non dirlo. Sarà il segreto per il prossimo mondiale".