Prima campanella, soliti problemi: "Scuola, un miracolo ogni anno. Posti coperti, 79 cattedre vacanti"

Il punto di Anna Cassanelli, Flc Cgil: "Mancano insegnanti disponibili, le dotazioni organiche di fatto sono sottodimensionate. Gli istituti avrebbero bisogno di più bidelli e personale". Rischio accorpamenti.

Prima campanella, soliti problemi: "Scuola, un miracolo ogni anno. Posti coperti, 79 cattedre vacanti"
Prima campanella, soliti problemi: "Scuola, un miracolo ogni anno. Posti coperti, 79 cattedre vacanti"

"Grazie alla dedizione del personale, ogni anno si ripete il miracolo della scuola che riapre". Il punto dopo la prima campanella è con Anna Cassanelli, segretario generale Flc Cgil. Ne esce un quadro con luci e ombre, a partire dagli organici, quasi al completo in tutte le scuole. A fare la differenza rispetto al passato è l’Ufficio scolastico provinciale, che ha velocizzato e perfezionato le operazioni di reclutamento e assegnazione delle cattedre, fra ruoli e supplenze.

"Quasi tutti i posti risultano occupati dal primo giorno, in tutte le scuole della provincia – conferma Anna Cassanelli -. Restano 79 cattedre vacanti, che toccherà coprire alle scuole con le chiamate dirette da parte dei presidi fra chi ha lasciato la disponibilità. Il problema è legato all’esaurimento delle graduatorie, soprattutto in alcune materie: non ci sono insegnanti disponibili. Questo accade alle superiori nelle materie scientifiche e matematiche: un laureato in ingegneria o fisica ma anche matematica preferibilmente finirà a lavorare nel privato, in azienda o nella libera professione. Altrove rispetto alla scuola, dove gratificazione e remunerazione sono inferiori. Poi mancano insegnanti di sostegno e insegnanti per la primaria: per questo da tempo contestiamo il numero chiuso del corso di laurea in Scienze della formazione primaria, che sforna meno laureati di quelli richiesti dal mercato".

Nomine quasi complete anche per il personale Ata, collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi: "Anche qui le assegnazioni sono state fatte – prosegue la segretaria Flc -. Il problema però è che questa dotazione organica di fatto è sottodimensionata: negli anni Covid le scuole hanno giovato del personale aggiuntivo che oggi non c’è più e così il comprensivo di Asciano si ritrova a dover fare a meno di una decina di collaboratori scolastici. La criticità è soprattutto per gli istituti di provincia, dove i plessi sono distaccati e lontani fra di loro e un bidello, per sostituire un collega assente, è costretto a muoversi da Buonconvento a San Quirico d’Orcia, a spese sue. E a fronte di stipendi da meno di mille euro. Ecco, la nostra rete scolastica avrebbe bisogno di 3 bidelli in più per ogni comprensivo, come di un amministrativo e un tecnico in più per scuola".

I problemi sono quelli di sempre, cronici: dalle classi pollaio ad un sistema che fa del precariato la sua ‘ordinarietà’. Un collaboratore scolastico su quattro ha contratto a tempo determinato e ogni anno va in cattedra almeno un migliaio di supplenti (è di 4.033 l’organico di fatto dei docenti). Infine, il dimensionamento delle scuole: secondo le direttive ministeriali un istituto per essere autonomo e avere un suo dirigente scolastico, fino a ieri doveva avere almeno 600 alunni, domani ne dovrà avere oltre 900. Questo vuol dire che chi quest’anno è andato ‘in reggenza’, il prossimo anno potrebbe incorrere nell’accorpamento con un altro istituto: in prospettiva sono a rischio i comprensivi di San Gimignano, Chianciano e l’Artusi.

Paola Tomassoni