Per Luzi Siena fu la poesia della giovinezza

Una foto una storia La visione particolare sulla città, mai vista al tramonto e difesa sempre strenuamente dal poeta, anche nei difetti

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Chissà se la Siena che abbiamo sempre desiderato, cercato e mai trovato, sta tutta nella poetica di Mario Luzi. Eccolo ritratto da Augusto Mattioli nel 2004 al nostro Ateneo, un anno prima della scomparsa di questo poeta senza tempo. Solo apparentemente il poeta vive in un mondo irraggiungibile, oppure scrive con la difficoltà della metafora: il vero poeta è un uomo che vive in mezzo agli altri, ascolta, guarda e traduce in bellezza. Mario Luzi ha una visione particolare di Siena: è la città della giovinezza e così è restata per tutta la sua vita, non la vedrà mai al tramonto, la difenderà sempre, soprattutto nei suoi difetti.

Il suo sguardo è privilegiato, scevro da preconcetti, una sorta di desiderio della perfezione: nella poesia per eccellenza sulla città, "Mi guarda Siena" avviene tutto questo in mirabile sintesi. La contempla da lontano, non entra in merito alla sostanza, se non attraverso i ricordi, che sono sempre segnati dalla nostalgia e mai oggettivi. A cosa serve oggi la poesia? Leggiamoci di nuovo Luzi, ed in particolare questa lirica appassionata, e ci accorgiamo che immagini a noi consuete, familiari, vivono come sorprendenti novità. Insomma, dopo Luzi la città non è più la stessa, ci appare un’altra, come la visione di un sogno, splendidamente raggiungibile. Luzi è stato un intellettuale che ha guardato il mondo sotto vari aspetti: nella drammaturgia, nella critica letteraria, come traduttore, critico cinematografico. Per fortuna è stato ripagato già in vita con slanci di grande affetto e ammirazione, nominato senatore a vita, soprattutto l’accademico per eccellenza. In ogni lettore Luzi lascia una traccia: a noi piacciono soprattutto quei paesaggi lunari, il raffinato canto ai marmi e alle pietre della città, quello che qualche critico ha saggiamente definito "il nitore umanistico-toscano di Mario Luzi". La sua poetica vive attraverso pensieri che respirano: peccato che i veri poeti nascono di rado e ancora più difficilmente arrivano ad offrirci un messaggio universale, accessibile.

Questa foto, tuttavia, ci riconcilia proprio con il pensiero che la vita offra raramente qualcosa di bello. Se non altro è un chiaro messaggio di coerenza e di serenità. Ed oggi, scusate se è poco. Il 28 febbraio del 2005 Luzi abbandona questa terra, ma, come ci ricorda Palazzeschi: "Muoiono i poeti ma non muore la poesia, perché la poesia è infinita come la vita".

Massimo Biliorsi