Palio, il matrimonio dell'anno. Brio ha sposato Ilaria

Cerimonia con familiari e amici intimi. Il sindaco loda il fantino: "Umile nonostante il successo"

La felicità di Brio e di Ilaria (Foto Lazzeroni)

La felicità di Brio e di Ilaria (Foto Lazzeroni)

Siena, 24 febbraio 2019 - «Ragazzi, siete marito e moglie!», annuncia il sindaco di Murlo Fabiola Parenti. E’ mezzogiorno. Brio e Ilaria si abbracciano forte, scatta l’applauso. Mossa valida. Il fantino che ha conquistato sei Palii ieri ha corso e vinto anche quello dei sentimenti. «Sono felicissimo», diceva già Andrea Mari prima di entrare nell’antica sala del comune di Murlo a braccetto di quella donna bella e affascinante conosciuta quando erano solo due ragazzini, Ilaria Senni. Ora diventata sua moglie.

Gioia. Semplicità. Sentimenti profondi in una cerimonia formato famiglia, senza i protagonisti del Palio. Perché il ‘sì’ doveva essere un momento da condividere solo con i propri cari. Senza glamour, né fasti. Piuttosto all’insegna di quel divertimento e della voglia di giocare che è certo un collante della coppia. «Siamo simili in tante cose, un po’ matti tutti e due, in senso buono naturalmente», aveva raccontato Ilaria in un’intervista al nostro giornale del 2016 dove non nascondeva l’intenzione di convolare a nozze. Prima o poi. Ebbene, il momento è arrivato ieri, dopo il rinvio del ‘sì’ per via del Palio straordinario ad ottobre.

Giornata splendida ma un vento gelidissimo ha accolto a Murlo i genitori degli sposi, gli amici, i collaboratori di scuderia. Quindici abitanti appena conta il paese in questo scorcio di stagione. Poi si è sentito da lontano il rumore del clacson e dall’archetto è spuntato un vecchissimo pulmino Fiat 600, confezionato con palloncini e fiocchi bianchi, con gli sposi a bordo. Al volante Matteo Anichini, cugino di Brio. Si è fermato nella piazzetta di Murlo dove si sono riversati parenti e amici. Applausi, foto, video. Baci a tutti i presenti. Bella Ilaria, con un bouquet di ranuncoli e rami d’olivo, un vestito bianco di pizzo che disegnava la sua silhouette perfetta. Scarpe da ginnastica ai piedi. E sopra una stola soffice di lana per ripararsi dal freddo. Impeccabile il fantino in completo scuro. Giusto il tempo di un brindisi e poi si sono seduti davanti al sindaco che ha celebrato le nozze. Il cugino Matteo e la sorella di Andrea, Cristina, testimoni dello sposo mentre accanto ad Ilaria c’erano la figlia Ginevra e la sorella Benedetta. Tradito dall’emozione, Brio, quando Cristina ha letto l’Inno all’amore tratto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi. Poi tutto uno scambio di sguardi complici e felici, fra i due sposi. E il fantino, dopo aver pronunciato un determinato ‘sì, lo voglio’ si gira, guascone, verso gli ospiti: «E’ andata!». Ilaria lo pronuncia piano. Poi arrivano i paggetti con le fedi: i nipotini di Ilaria e Andrea, Tommaso con Nicoletta. E vissero felici e contenti. La storia continua.

«Ad  Andrea voglio molto bene. Lo conosco da tanti anni, non solo per quello che fa. Una persona che nonostante il successo è rimasta umile, cosa rara in chi raggiunge livelli così alti. Ancora maggiori, per questo motivo, stima e affetto». Colpiscono le parole del sindaco Fabiola Parenti che è bravissima a scandire il ritmo della cerimonia. Sollecitando bonariamente Brio quando, pronunciate le fatidiche parole ‘Con questo anello ti chiedo di essere mia sposa’, si blocca un attimo. E lei: ‘Daglielo!’. Cerimonia segnata da un curioso scambio di promesse. Il sindaco invita gli sposi a versare sabbia di colori diversi nella stessa boccetta dove questa si mischia assumendo un’altra tinta. «Perché voi adesso sarete una cosa sola e differente rispetto a prima», sottolinea. Infine, quando già sono scattati gli abbracci come prima di uscire dall’Entrone, legge una poesia che parla di amore. Auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri. Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento, declina le frasi prima di concludere con un ‘Vi voglio bene’. E raccogliere l’abbraccio dei due sposi.