Palio di Anastasio, dal cielo di fiori stile Vespignani all'ordine sbagliato dei barberi

Il rosa evoca il Valdimontone, cavalli celesti come l'Onda anche se sono quelli di San Marco: le curiosità del Drappellone dell'Assunta

Un particolare che svela le paillettes  applicate

Un particolare che svela le paillettes applicate

Siena,   11 agosto 2022 -  E’ ricco di significati per i contradaioli il Palio di paillettes di Andrea Anastasio. Che abbaglia al primo impatto mentre sul retro, dove l’artista ha ricamato la sua firma, reca la stessa immagine ma senza la 'corazza' di luce. Immagine: curiosi alcuni particolari svelati dall’obiettivo che è riuscito a fissarli a distanza ravvicinata. Si colgono osservando appunto  il retro del Drappellone dove ci sono persone sedute nel Campo e, alla curva di San Martino, anche i mezzi e furgoncini posteggiati spesso in quel punto. Un  particolare che rende meno aulico e più ’terreno’ il Drappellone che coglie in questa parte uno scorcio stile cartolina, come mostrano le foto che pubblichiamo. Però soave. Leggero. Vaporoso, il Palio di Anastasio. Con il volto della Vergine che spunta da un cielo di fiori. E che ricorda, anche  se il colore e appunto i fiori non erano gigli e rose scelti invece dall’artista romano, il Drappellone di Renzo Vespignani. Custodito nel museo della Giraffa e vinto da Moretto su Panezio il 16 agosto 1983. Di più: sul retro del Palio l'asta del Drappellone è fissata proprio dove c'è la Giraffa. Sembra abbracciarla.  I colori colpiscono  molto in questo Cencio abbagliante. A partire dal  celeste dei due cavalli della quadriga di San Marco che parlano dell’Onda. Circondati però da quella marea di fiori rosa che evocano  fortemente il Valdimontone. Tra l’altro  proprio rosa e celeste  erano le tinte prevalenti del Drappellone vinto dai Servi il 16 agosto 2012 con  Scompiglio. Curiosità: il montone è diventato nel Palio di Anastasio un muflone.    Ma c’è un altro particolare che non è sfuggito  ai contradaioli dei Pispini: la nicchia non è bianca come nello stemma  ma proprio di colore rosa,  tanto che sembra quasi confondersi con i fiori. Il muso del cavallo posto più in basso  punta inoltre  proprio verso il simbolo del Nicchio. Cavalli che, ha spiegato l’artista dopo la presentazione, sono quelli della quadriga di San Marco  custoditi a Venezia, che ’guardavano’ le gare.  E che sembrano dunque far pensare alla Chiocciola: San Marco.  Il cui simbolo-animale  è stato dipinto peraltro di colore giallo, quasi  fosse l’Aquila. Ma c’è un altro particolare che non può essere trascurato guardando i barberi delle Contrade  che Anastasio pone sulla sinistra del Palio: la prima, che sembra arrivare più in alto, è la Tartuca. Poi l’ordine non rispetta quello di estrazione a sorte perché mette Chiocciola, Civetta, Giraffa, Leocorno, Lupa,  Nicchio, Onda, Selva e Valdimontone. L’ordine esatto  è invece Tartuca, Lupa, Giraffa, Civetta, Leocorno, Nicchio, Valdimontone, Onda, Selva e Chiocciola.    Ancora Onda, però, quando si guarda quel delfino saltare sopra il palazzo comunale come un fuoco d’artificio sparato per la vittoria. E chissà  da qui al 16 agosto quante cose svelerà questo Palio con la corazza di luce. Che evoca, proprio per questo, quello conquistato nel 1972  dalla Tartuca.