
di Marco Brogi
Hanno vissuto undici anni nell’incubo di ritrovarsi sotto un tetto di stelle. Ma ora l’incubo è finito. Alle 13 famiglie di Poggibonsi che si erano viste sequestrare l’appartamento comprato con grandi sacrifici sarà restituita definitivamente la casa. Lo ha deciso la Corte di Appello, chiudendo una volta per tutte una telenovela iniziata nel 2011, quando alle 13 famiglie che avevano acquistato appartamento e garage nel nuovo complesso residenziale del Palagetto, all’immediata periferia di Poggibonsi, fu notificato il sequestro delle loro abitazioni per una lottizzazione abusiva ai cui erano del tutto estranee.
Stupiti e fortemente preoccupate imboccarono le vie legali, ma fu necessario arrivare fino in Cassazione per ottenere il dissequestro dei loro appartamenti, in attesa che si concludesse il processo che vedeva coinvolti i costruttori, i progettisti, i direttori dei lavori e l’allora dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Poggibonsi.
Alla condanna di alcuni di essi per il reato di lottizzazione abusiva, seguì la confisca di tutte le abitazioni costruite, comprese quelle acquistate dalle 13 famiglie al centro di un’ odissea giudiziaria a cui in queste ore ha messo la parola fine la Corte di Appello che, quale giudice delegato a decidere sulla esecuzione della pena, ha dichiarato non opponibile ai ricorrenti il provvedimento di confisca ed ha contestualmente ordinato la cancellazione di ogni vincolo su di essi. "Un percorso lungo e complesso ma che si è concluso come doveva concludersi con l’affermazione della buona fede dei miei rappresentati completamente estranei alle vicende costruttive" afferma l’avvocato Stefano Cipriani, che ha seguito tutto il complesso iter giudiziario per tutti le famiglie.
"Sono contento perché la Corte ha applicato i principi dettati dalla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, accogliendo il nostro ricorso, ma più di tutto perché si è potuta ridare serenità a queste 13 famiglie". Come dire, insomma, che va in archivio una vicenda che ha fatto molto rumore, non solo in Valdelsa. I proprietari delle case poste sotto sequestro, sapendo di non avere commesso nessuna irregolarità e quindi di essere del tutto incolpevoli, non si erano mai arresi. E la loro determinazione è stata ripagata.