"Ordinanze, colori e chiusure ci hanno puniti oltre ogni misura"

Piancastagnaio, parlano i commercianti: "Troppa confusione, qui non servivano i divieti. E abbiamo perso tutti gli eventi"

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Prima la zona rossa e la ripresa lenta dopo alcuni giorni dalla nuova ordinanza che ha difatto limitato nuovamente le attività del pubblico commercio con la zona arancione, poi nuovamente il Natale con le ulteriori restrizioni, adesso zona gialla in cui permangono ancora le difficoltà. A Piancastagnaio le piccole attività commerciali, già pesantemente provate da un’ anno senza manifestazioni pubbliche che normalmente richiamano ospiti e turisti, sono in crisi. La voce dei commercianti è preoccupata. "Festività in negativo – dice Stefano Capitini titolare del bar pizzeria Cippe in viale Gramsci – con l ‘ alternarsi di aperture, chiusure, assenza di turisti e di paesani che abitano fuori paese, che però possiedono un’ abitazione qui e in occasioni particolari ritornano assieme alle famiglie. Anche l’ asporto ha subito uno stop proprio nel periodo natalizio".

Roberta Paganini, gestisce il negozio di abbigliamento ’In- solito’ nel centro nuovo del paese. "Mi sembra che non faccia più differenza il colore delle giornate dirette da ordinanze e dcpm – dice – in quanto a Piancastagnaio siamo stati penalizzati dall’ assenza di persone che solitamente erano presenti da sempre nel periodo delle feste. Il fatto di dover stare chiusi in casa durante le feste, per quanto riguarda l’ abbigliamento, ha fatto diminuire sensibilmente le vendite". Senio Nucciotti è il titolare di un negozio di materiale elettrico ed elettronico. "Secondo me – afferma Picciotti – non c’era bisogno di chiudere le attività visto che i titolari hanno messo in opera, anche con grandi sacrifici, misure importanti di sicurezza. Anche il criterio delle zone colorate andava usato per le grandi realtà delle città, non in quelle di piccoli paesi di provincia". "Speriamo di poter ripartire in questo anno, ma la situazione mi sembra assai incerta – dice Angelo Capocci che gestisce assieme a Tonina de Muru, il noto bar Mojito, luogo di grande ritrovo di tantissimi giovani provenienti dai paesi dell’ Amiata. – Gli operatori commerciali ,artigianali e del turismo – dice Damiano Romani responsabile della Conferesercenti di Abbadia San Salvatore – vivono una situazione di forte incertezza e non hanno neanche la possibilità di programmare la loro attività per il giorno dopo, Da inizio pandemia la produzione legislativa ha prodotto una montagna di normative spesso incomprensibili e contraddittorie. La pandemia ha colpito un settore già vulnerabile. L ‘assenza di grandi eventi e feste, come le feste d’autunno ad Abbadia, il Crastatone a Piancastagnaio le fiaccole ad Abbadia e il palio a Piancastagnaio, hanno purtroppo avuto delle gravi ripercussioni sull’ intera economia dell’ intera area della zona amiatina".

Giuseppe Serafini