PINO DI BLASIO
Cronaca

Opera di Tresoldi, la delibera non c’è più Due milioni dai privati prima del progetto

Il sindaco De Mossi insiste sull’installazione artistica del Duomo vecchio, nonostante le perplessità di assessori e consiglieri. Le obiezioni del segretario generale sui rischi. Le altre idee sul Museo del Palio, i capolavori Mps e il Santa Maria della Scala

di Pino Di Blasio

La battuta più sferzante è quella attribuita a uno che conta davvero a Palazzo Pubblico: per lui l’opera d’arte contemporanea che dovrebbe realizzare Edoardo Tresoldi in piazza Jacopo della Quercia è ’un’opera da due lire’. Uno sberleffo più popolare degli scontati riferimenti a Brecht. Sembrava che quel progetto fosse tramontato, che il sogno del sindaco De Mossi di educare i senesi all’arte contemporanea, facendo realizzare a Tresoldi un’installazione in piazza Jacopo della Quercia che rimandasse al ’grande Duomo’ pensato nella Siena del Trecento, fosse naufragato, dopo la delibera sull’affidamento del progetto saltata per mancanza del numero legale in consiglio comunale.

E invece il sindaco insiste sulla sua linea, vuole fermamente lasciare un segno del suo mandato: un segno che costerebbe 2 milioni di euro più Iva. E che potrebbe restare in piazza Jacopo della Quercia per 6-8 mesi al massimo, il tempo massimo concedibile dal soprintendente. Nemmeno le perplessità sollevate dal segretario generale Franco Caridi hanno distolto De Mossi dal progetto. Però hanno ottenuto l’unico risultato tangibile, finora: la delibera che impegnava 150mila euro di soldi pubblici per la progettazione esecutiva dell’opera di Tresoldi, invisa a gran parte della maggioranza in consiglio, non esiste più. E’ stata revocata perché per il segretario c’erano potenziali rischi di illegittimità contabili. E la ’trovata’ amministrativa che punta a far finire l’idea in un vicolo cieco, è stata quella di vincolare quei 150mila euro alla "ragionevole certezza che esistano i fondi privati per realizzare l’opera".

Tradotto, il sindaco prima deve trovare i 2 milioni di euro più Iva da uno sponsor privato (non può essere una società partecipata o legata al Comune). E poi si può accendere il disco verde sui fondi per il progetto. Un po’ complicato trovare chi sarebbe pronto a investire 2 milioni e rotti sulla base di un modellino di come verrà il Duomo vecchio, e di una relazione di una trentina di pagine che racconta come sarà realizzato. Usando gelatine rosse, filo di ferro, giochi di luce e altri materiali leggeri e poco impattanti.

In attesa che De Mossi esca dal ’vicolo stretto’ dove si è impantanato, nelle riunioni con gli assessori c’è chi ha detto no a denti stretti e chi invece ha approvato l’idea. Rimandando all’installazione di Christo sul lago d’Iseo, le grandi passerelle che richiamarono 1 milione e mezzo di visitatori nell’estate 2016 in 15 giorni. Ma il paragone è totalmente incongruo: la progettazione di The Floating Piers durò tre anni, i 15 milioni di costo dell’opera furono pagati dall’artista, per il territorio la ricaduta economica superò i 250 milioni di euro. Numeri imparagonabili con il progetto senese. Che dovrà passare anche al vaglio della Soprintendenza.

Sarebbe meglio per il sindaco De Mossi evitare ’falsi amici’ che sembrano più spinti dalla strategia di ’mandarlo avanti per vederlo andare a sbattere’. E sulla cultura puntare a due progetti che sono molto più concreti. Il primo è il Museo del Palio, sogno vagheggiato da decenni e da vari sindaci, che poteva avere una spinta decisiva nei mesi di lockdown, e che adesso sarebbe pronto nelle sue linee progettuali. L’architetto Andrea Milani avrebbe presentato diversi rendering sul Museo del Palio, e anche un finanziatore potenziale come Mark Harris Getty avrebbe acceso il disco verde.

A settembre o a novembre potrebbe essere presentato lo stato dell’arte. Tutto dipende dai programmi del sindaco. E sempre a settembre sarà ufficializzato l’accordo con la Fondazione Mps e la Fondazione Santa Maria della Scala per dare allo Spedale un’iniezione di capitali per le iniziative culturali. E soprattutto una dote sufficiente per lanciare il bando per la selezione del nuovo direttore artistico. Considerando che il 15 settembre aprirà la mostra ’Arte senese’ con oltre 60 capolavori della collezione di Banca Mps, primo appuntamento frutto della transazione tra Rocca Salimbeni e Palazzo Sansedoni, c’è materiale sufficiente per aprire una nuova stagione culturale a Palazzo Pubblico. Fatta di progetti più legati all’armonia territoriale e tra istituzioni, rispetto all’opera di Tresoldi.