
"Non pensiamo al divorzio con Axa Ma l’opzione è facilmente assorbibile"
L’unica domanda che poteva preludere a previsioni sul futuro del Monte dei Paschi e sulla ricerca di partner per la quota di maggioranza in mano al Tesoro, è stata quella sull’accordo di bancassurance con Axa. All’analista che chiedeva cosa farebbe Mps nel caso dovesse sciogliere l’alleanza con il gruppo assicurativo francese, l’ad Luigi Lovaglio ha replicato in modo netto. "Al momento attuale non prendiamo in considerazione lo scenario di riacquisto delle quote. Ma vista la solida posizione patrimoniale, riteniamo che anche questo tipo di opzione possa essere facilmente assorbita dalla nostra banca".
La joint venture tra Axa e Mps scadrà nel 2027, in sede di aumento di capitale il colpo a sorpresa dell’acquisto e della vendita quattro mesi dopo dell’8% del capitale Mps, con un guadagno netto di oltre 30 milioni di euro per i francesi su un investimento di 200 milioni di euro.
Per Axa l’alleanza è "proficua e redditizia" e potrebbe continuare anche dopo il 2027. Per il Monte il riacquisto anticipato delle quote costerebbe oltre un miliardo, ma consentirebbe di avere mano libera nella ricerca di un nuovo partner a cui cedere le quote. E il riferimento non può che essere Unipol, socio forte di Bper, partner preferito per il terzo polo. Anche se ora il Monte sogna di ballare ancora da solo.