Muore un uomo: forse ha bevuto insetticida

La procura indaga per chiarire se c’è stato un nesso di causa-effetto fra l’ingestione ed il decesso. Due indagati per omicidio colposo

Il 73enne che viveva in Valdorcia ed era stato portato alle Scotte in ambulanza

Il 73enne che viveva in Valdorcia ed era stato portato alle Scotte in ambulanza

Siena, 8 maggio 2021 - Forse l’ha scambiato per acqua minerale. O magari vino. L’insetticida era stato messo nella bottiglia di una nota marca di colore verde. Proprio per questo anche se il fitofarmaco – il potente ’Rogor’ utilizzato per eliminare la mosca che aggredisce gli olivi – è blu, l’uomo potrebbe non essersi accorto che, in realtà, quella non era acqua. Non una bevanda normale, insomma. Ne avrebbe preso un sorso, sputandola subito, secondo le prime ricostruzioni. Poi il malore, il ricovero in ospedale dell’uomo che non si è più ripreso completamente. Fino alla morte avvenuta nel dicembre scorso in una struttura di riabilitazione di Montevarchi. Questa la vicenda, avvenuta in un podere della Val d’Orcia, su cui la procura sta svolgendo da tempo accertamenti.

Due le persone indagate per omicidio colposo in relazione al fatto che un fitofarmaco del genere non avrebbe dovuto essere lasciato incustodito. Giovedì scorso era fissato l’incidente probatorio davanti al gip Jacopo Rocchi, chiesto al giudice dall’avvocato Francesca Terribile di Roma che difende il cugino dell’agricoltore deceduto, la persona che avrebbe messo il Rogor nelle due bottiglie vuote di acqua minerale. Era stato nominato un perito (il medico legale Marco Di Paolo) per stabilire se esiste un nesso di causa-effetto fra l’eventuale ingestione dell’insetticida, particolarmente tossico, e la morte dell’uomo che è tuttavia avvenuta come detto circa tre mesi dopo il malore, l’11 dicembre scorso. Il perito ha in realtà chiesto una proroga perché il caso risulta particolarmente complesso. Verrà ascoltato fra un paio di mesi, unitamente al tossicologo Silvio Chericoni che lo aiuterà a rispondere al quesito. Basilare l’esito dell’accertamento affinché il pm Daniele Rosa possa delineare o meno eventuali responsabilità nei confronti degli indagati. Fra questi anche il fratello maggiore ottantenne del deceduto, difeso dall’avvocato Sebastiano Sani del foro di Grosseto.

"Il mio assistito – spiega il legale – sta provando un dolore immenso per la vicenda in cui si è trovato coinvolto suo malgrado. Non era nel podere quando il proprio caro si è sentito male. Il dolore è soprattutto perché ha perso l’unico fratello, che amava e con cui era cresciuto, trascorrendo con lui tutta la vita. Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria aspettiamo il deposito della perizia".

Quel giorno il 73enne aveva lavorato tutta la mattina in cantina. Non sapeva certo che nelle due bottiglie con l’insetticida lasciate dal cugino (che deteneva legalmente il prodotto) fuori dall’abitazione del fratello dell’uomo – andato a Siena per fare delle commissioni – c’era qualcosa che non si poteva bere. Un fitofarmaco che sarebbe servito più tardi ad un operatore con regolare patentino per darlo agli olivi. Quando il fratello è rientrato a casa si stava allontanando l’ambulanza per portare il paziente alle Scotte. L’anziano, salvato dai medici, non era più riuscito a parlare per spiegare cosa era davvero avvenuto. Il motivo del malore. Poiché successivamente ha subito anche un intervento, la procura intende agire con grande scrupolo per appurare la verità. Cinque le parti offese, rappresentate dall’avvocato Emilio Festa del foro di Terni.