Medico ed ex bancario condannati per falso

Tutta colpa di un certificato: c’era mezz’ora di discrasia sull’orario in cui era stato redatto. La difesa già annuncia appello

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"Le motivazioni verranno depositate entro trenta giorni. E già annuncio che presenterò appello", dice l’avvocato Alessandro Betti uscendo dall’aula del tribunale. Dove il giudice Luciano Costantini ha appena pronunciato una sentenza di condanna che riguarda il suo assistito, un ex bancario, più un medico di famiglia della nostra città, rimasto molto turbato dalla vicenda e difeso dal legale Cristiano Vecoli. Due anni la pena per quest’ultimo, 2 anni ed un mese per l’impiegato che lavorava un tempo al Monte dei Paschi. Il pubblico ministero ne aveva chiesti 3 per entrambi accusati di falso, l’impiegato anche di truffa ai danni dell’azienda che lo aveva licenziato. Per la cronaca ha vinto la causa ottenendo gli emolumenti.

Il caso giudiziario era nato a seguito di un banale infortunio del dipendente della banca che era stato riconosciuto dall’Inail. Fin qui niente di strano. L’uomo aveva avuto un periodo di malattia e l’azienda gli aveva messo alle costole addirittura un investigatore privato, giungendo a richiedere la visita fiscale. Qui era entrato in scena, secondo l’accusa, il medico di famiglia. Tutto ruota infatti intorno alla contestazione di trenta minuti di divergenza nel certificato. L’ex bancario dal dottore c’era andato davvero, sia chiaro. C’erano stati gli accertamenti sanitari. Solo che si sarebbe in realtà recato nel suo studio mezz’ora dopo rispetto a quanto riportato appunto nel certificato. Di qui il reato di falso che viene contestato al dottore. Mentre la truffa ai danni della banca sarebbe ammontata a sole 178 euro che avrebbe dovuto trattenere. La difesa aveva contestato queste tesi, sostenendo che non si erano messi d’accordo per trovare una scusa al fatto che l’uomo non era a casa per la visita fiscale.

Il giudice aveva chiesto di sentire un ultimo testimone, proprio il medico di famiglia che era stato sostituito da un collega in quanto si trovava in ferie. Così è stato ma non è bastato a convincere il giudice Costantini.

La.Valde.