
Lo scheletro rimosso Dissepolta la donna del ’300 in Camollia Altri esami sui resti
Ieri la ‘dissepoltura’, la rimozione dei resti scheletrici rinvenuti in via di Camollia all’interno di un cantiere di lavori condotti per conto di Enel. Dagli scavi è emersa una sepoltura, una tomba, con ossa di una donna, risalente all’età medievale: la scoperta è stata subito segnalata dall’archeologo della Soprintendenza, che è sempre presente nel caso di cantieri con scavi in un centro storico. E gli archeologi della Soprintendenza, sotto l’occhio attento dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, ieri hanno proceduto alla rimozione dello scheletro con scavi stratigrafici.
Le ossa sono state inserite in alcuni contenitori per essere poi trasferite nei magazzini della Soprintendenza presso la Fortezza Medicea, dove saranno condotti ulteriori esami di approfondimento. "Prossimamente saranno affidati gli studi ad un antropologo fisico. Intendiamo datare la sepoltura e identificare eventuali malattie legate alla morte dell’inumato", spiega Maria Gabriella Carpentiero, funzionaria della Soprintendenza.
Dopo l’inaspettato ritrovamento davanti all’oratorio della Contrada dell’Istrice, la medievale chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, emergono dettagli della scoperta archeologica: ad esempio il ‘chiodo’ di bronzo trovato accanto al femore potrebbe essere uno spillone del corredo funebre che voleva il corpo avvolto in una sorta di sudario. Come già annunciato dalla Soprintendenza i resti sarebbero quelli di una donna vissuta nel Medioevo, una donna di modesta estrazione, povera. Le attenzioni degli archeologi per ricostruire la testimonianza storica si sono subito concentrate sulla vicinanza della sepoltura alla chiesina medievale appunto; la datazione del ritrovamento attuale è confermata da scavi precedenti condotti nella zona, che hanno portato a trovare più volte resti risalenti al 1200 e al 1300. Ancora avvolta nel mistero invece la presenza di quella tomba a meno di un metro sotto la strada, una via principale del borgo, dove tanti scavi con tubature per i servizi sono stati condotti nel tempo, senza ‘inciampare’ in quello scheletro, ancora intatto, integro.
"Venerdì mattina è stata rinvenuta una delle ossa dello scheletro – rivela la Carpentiero -. Da lì è scattata la richiesta da parte dei nostri archeologi, presenti in assistenza al cantiere, di allargare lo scavo e martedì è emerso il resto dello scheletro. Non possiamo ancora datare precisamente la tomba, ma essendo accanto alla chiesa dovrebbe riferirsi alla sua attività e quindi essere di età medievale. Da altri scavi fatti sempre in zona sono emersi altri ritrovamenti, pertanto la scoperta attuale è cosa comune a Siena. Abbiamo anche appurato che la tomba è stata in parte intaccata da lavori per le tubazioni, ovvero questo scheletro si è salvato fra un tubo e l’altro, fra condotte di acqua e gas. Ora tutte le ossa saranno riconnesse e proveremo a studiarle per capire la datazione precisa. Gli scavi archeologici invece finiscono qui e a breve restituiremo la strada al cantiere".
Paola Tomassoni