La Vernaccia ora indossa abiti di alta moda

San Gimignano: il Consorzio punta a fare sistema con il territorio scegliendo le creazioni della stilista senese emergente Asia Neri

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Moda e Vernaccia, accoppiata vincente. Festa nella festa nel giorno dedicato a tutte le donne, perché la Vernaccia di San Gimignano, declinata al femminile come si conviene, sta lanciando un nuovo messaggio attraverso la moda. E lo fa vestendosi di rosa nella campagna di valorizzazione, che si presenta con il volto di donna in abiti regali, cioè del “la Regina Bianca in una terra di Re Rossi”.

Abiti davvero unici, che il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano ha scelto secondo il suo mantra: "Per crescere occorre fare sistema con il territorio e le realtà produttive locali, linfa vitale della nostra unicità". Gli abiti scelti sono della giovane stilista Asia Neri (al secolo, Irene Mattei), nata a Siena nel 1985, da molti considerata un talento emergente anche se lei ama definirsi "un’artigiana del tessile", che ha messo a disposizione le sue creazioni per vestire la Vernaccia, la Regina bianca dei vini toscani. Con i suoi abiti Asia Neri esalta l’intimità, la bellezza, la forza e eleganza della donna, tutte caratteristiche proprie anche della Vernaccia di San Gimignano, come pure l’attenzione alla sostenibilità e l’artigianalità della produzione. In questi primi mesi 2021 delicati e difficili i dati dell’imbottigliamento della Vernaccia superano di più del 20% dello stesso periodo del 2020, con ben 1.034.507 contrassegni di Stato rilasciati dal Consorzio.

Risultato positivo e incoraggiante se si considera che quello fu l’unico bimestre dello scorso anno a non essere toccato dalla pandemia. "Certamente la Vernaccia di San Gimignano non è nuova a queste performance – ricordano ancora al Consorzio – la volontà di resistere di questo vino unico per mille diversi motivi e si rivela negli ottocento anni di storia dal periodo medioevale e rinascimentale a cui è poi seguito un lento declino, fino alla quasi sparizione degli inizi del XX secolo".

"Ha saputo risorgere grazie al coraggio e alla volontà di chi ancora la produceva – si sottolinea – dall’essere quasi scomparsa è riuscita in poco tempo a diventare il primo e unico vino in Italia ad ottenere la Doc nel 1966. Oggi la Vernaccia di San Gimignano è un vino moderno che non rinnega il passato, da cui trae origine la sua nobiltà, l’orgoglio e il carattere di un vino bianco fuori dagli schemi".

E, già che ci siamo, in questa popolare festa della donna non possono mancare i tradizionali calici alzati e il classico brindisi con la Vernaccia, regina di San Gimignano.

Romano Francardelli