La partita per Mps ora aspetta altri giocatori

Il cda di Rocca Salimbeni ha l’occasione per tornare protagonista delle trattative. Il bilancio del terzo trimestre dovrà segnare una netta inversione di rotta

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Sarà davvero interessante ascoltare la versione di Andrea Orcel sul fallimento delle trattative con il Ministero per l’acquisizione di un perimetro definito di Banca Mps. Perché da UniCredit insistono nel sostenere che le condizioni non sono cambiate rispetto al protocollo del 29 luglio, e che il conto presentato al Governo era quello necessario perché l’operazione Mps fosse neutra sul capitale di UniCredit. Tutto sta nel significato che si dà alla parola neutra. Orcel e i negoziatori dell’Unitower avrebbero voluto che i ratios di capitale del Monte fossero portati al livello di UniCredit, al 15,5%, che i crediti dubbi fossero esclusi, assieme a rischi legali anche solo potenziali. Ma il numero che non torna sono quei 7mila esuberi chiesti per acquisire 1.100 sportelli del Monte. Lasciando allo Stato i 2.500 dipendenti della direzione generale, più quelli del Consorzio operativo, del centro servizi, di Mps Capital services, di leasing & factoring e dei 300 sportelli del centrosud. Altri 5-6mila dipendenti che lo Stato non poteva gestire. Cosa farà Orcel ora? Potrà guardare a Banco Bpm, giocare le partite Mediobanca e Generali. Ma stavolta i suoi rilanci non gli sono valsi il piatto.