La danza immobile del Monte dei Paschi

Domani l’assemblea straordinaria per varare l’operazione Hydra. Unicredit, Banco Bpm e Credit Agricole ballano su altri tavoli

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di Pino Di Blasio

Domani andrà in scena un’altra assemblea degli azionisti quasi surreale a Rocca Salimbeni. La presidente Patrizia Grieco leggerà il prospetto delle due scissioni per girare ad Amco 8,1 miliardi lordi di crediti deteriorati più un miliardo e rotti di asset patrimoniali. Il rappresentante degli azionisti prenderà la parola e l’operazione Hydra compirà un altro passo verso la conclusione. Manca solo una clausola imposta dalla Bce, non sembra la più piccola: tre lettere di investitori privati, pronti a garantire il 30% del bond subordinato T1 da 700 milioni per rimpinguare il patrimonio del Monte, impoverito dalla cessione ad Amco.

I vertici della Rocca non temono questo passaggio: dopo il successo del bond t2, i 300 milioni sottoscritti rapidamente, arduo pensare che non si trovino tre investitori entro il 15 novembre che garantiscano anche la nuova obbligazione. I manager del Monte dei Paschi considerano chiusa l’operazione Hydra già da fine luglio, dal placet condizionato della Bce. I passi seguenti erano tutti tracciati, difficile perdere la rotta.

Il bello arriverà dopo, ma il copione assomiglia sempre più alla danza immobile di Manuel Scorza: trattative sulla carta, pressioni, tentativi di persuasione, incontri, dossier e smentite, con un elenco di possibili partner per il Monte dei Paschi che ogni giorno perde un pezzo o incassa un diniego. Solo per restare alle ultime 72 ore, Jean Pierre Mustier, ad di Unicredit ha usato anche parole sprezzanti per respingere le avances del Tesoro, pronto a garantire la fetta più cospicua dei 10 miliardi di risarcimenti pendenti. E i vertici francesi di Credit Agricole avrebbero aperto un dossier sulla possibile aggregazione con Banco Bpm, cercando un accordo tramite Giampiero Maioli e CariParma, la base italiana dei transalpini. Una trattativa che allontana dal Monte dei Paschi due possibili partner con un colpo solo.

Tanti movimenti, ma tutti a vuoto; un lungo ed estenuante surplace, come quelli tra Maspes e Gaiardoni ai tempi eroici del ciclismo su pista. Poi alla fine uno scattava e la maggior parte delle volte vinceva la corsa. Per ora è riuscito solo a Carlo Messina, uomo forte di Intesa Sanpaolo, che ha conquistato il gran premio Ubi Banca, bruciando tutti sul tempo.

In attesa che Mustier si ammorbidisca o perda la guida dell’Unicredit la prossima primavera, con un occhio alle ambizioni di Giuseppe Castagna e dei progetti di crescita di Banco Bpm, con la speranza che Maioli torni ai progetti originari di un gruppo italiano a guida francese, che si divida il Paese tra CariParma e Monte dei Paschi (con Siena che sarà banca dalla Toscana in giù), i riflettori sono puntati sul ministero del Tesoro, su Roberto Gualtieri e il viceministro Paolo Baretta. Il primo lucida la dote di casa Monte dei Paschi, eliminando gli Npl con l’operazione Hydra e disinnescando i miliardi di risarcimenti aspettando le sentenze e trattando con la Fondazione Mps. Il secondo si prepara a bussare alle porte di Bruxelles: l’ipotesi di far slittare la scadenza della vendita a dopo il 2021 comincia a prendere corpo.