L’ultima novità, il libro a domicilio Lo slogan ’te li portiamo noi a casa’

Il titolare della Mondadori,. Filippo Mazzieri: "Un modo per. dire ’ci siamo’, sperando che. a Natale non ci sia lockdown"

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di Orlando Pacchiani

L’ultima trovata è la consegna del libro a domicilio, all’insegna dello slogan "Te li portiamo noi a casa". Soprattutto un modo per dire "ci siamo", ma anche per provare ad arginare la nuova frontiera della crisi. "Possiamo stare aperti, il libro è stato riconosciuto un bene essenziale e questa è un’ottima notizia. Ma se in giro non c’è più nessuno…".

Filippo Mazzieri è il titolare della Mondadori di via Montanini, da sempre si ingegna per portare gente in libreria, allestendo ogni volta una piccola platea. "Da marzo è tutto fermo: niente eventi, presentazioni, laboratori di lettura per i più piccoli. La nostra programmazione annullata, una catastrofe nella catastrofe", dice. Il fatturato è crollato: scomparsa dei turisti, molti che lavorano in città ora in smart working, il blocco ai confini comunali.

"Chi scriverà mai nell’autocertificazione, tra i motivi di necessità, che si sposta per andare a comprare libri?", è l’amara riflessione di chi già si proietta al prossimo mese: "Natale per noi rappresenta il 40 per cento degli incassi annui, serve a pagare le rate del mutuo e magari a darci uno stipendio migliore. Ma ora l’incognita è enorme".

Anche perché incombe più che mai la mannaia dell’online, che nell’emergenza sanitaria ha trovato un nuovo alleato in una competizione già impari.

"Servirebbero interventi normativi, per quanto ci riguarda possiamo solo sensibilizzare il più possibile i cittadini a frequentare le librerie fisiche", dice Mazzieri. Una cornice nella quale si inserisce il problema principale: mentre gli incassi crollano, le spese fisse restano. In testa gli affitti, particolarmente onerosi nel centro storico, anche con qualche limatura che molti proprietari dei fondi hanno concesso.

"Un aiuto a marzo e aprile è arrivato dal credito di imposta concesso dallo Stato – osserva Mazzieri – ma tutte le istituzioni dovrebbero farsi carico di questo problema enorme. Anche chi non ha competenze specifiche, come il Comune, dovrebbe impegnarsi in un’opera di sensibilizzazione, per riuscire a trovare soluzioni che consentano agli esercenti di restare aperti e continuare la propria attività nonostante tutto".

Una frontiera che riguarderà molte attività del centro storico, anche quelle che sono formalmente aperte come le librerie. E che per sopravvivere hanno bisogno anche di una clientela che riesca a rinunciare a qualche sconto on line per sostenere un’attività del territorio. Anche aspettando a casa la consegna di un libro, non da parte di un operatore internazionale ma dal negoziante di fiducia.