"Innamorato del Duomo. Raccolti tutti i marmi"

Fra i restauri più complessi inserisce quello della ’Cacciata di Erode’ "Era frantumata", dice .

"Innamorato del Duomo. Raccolti tutti i marmi"

"Innamorato del Duomo. Raccolti tutti i marmi"

La bottega ’parla’ di questo artista-artigiano. Della passione per Siena, per le sue opere d’arte. Per la Cattedrale dove ha trascorso la vita, chino sul pavimento senza sentire fatica. "Sono innamorato del Duomo", ammette Emilio Frati, 89 anni, candidato dalla Lupa per la medaglia di civica riconoscenza. "Contentissimo", dice con gli occhi che brillano quest’uomo di altri tempi che continua a lavorare nelle stanze in via degli Archi, accanto alla stalla della Torre. "Sono di Vallerozzi – spiega – ma ho simpatia anche per Salicotto. Come fai, sono sempre qui. Ho realizzato stemmi a mosaico per la chiesa, come è stato però anche per tantissime altre Contrade". Nonostante gli 89 anni suonati, racconta che guida ancora ed un mese fa gli è stata rinnovata la patente. "Altrimenti come avrei fatto a continuare a girare per le cave, le conosco tutte a Siena ma anche a Firenze, alla ricerca dei marmi giusti per le mie opere", sostiene.

Non si smetterebbe mai di ascoltare il racconto di chi, mente lucida e vitalità di un ragazzino, ripercorre trenta anni da tecnico restauratore per l’Opera del Duomo. "Essendo stato dipendente della Soprintendenza – spiega – avrei potuto anche scegliere l’ufficio ma ho preferito stare in ginocchio a lavorare sul pavimento della Cattedrale. Mi sono impegnato a trovare tutti i tipi di marmo con cui è stata realizzata, adesso conservato in un grande magazzino. Una raccolta per quelli che verranno dopo di me", svela guardando lontano.

Onorato della medaglia di civica riconoscenza, non lo nega. Ma la sensazione è che per questo artista-artigiano valga più di ogni altra cosa accogliere senesi e visitatori nel suo laboratorio. Una seconda casa, per Emilio Frati. Piazza del Campo, la basilica di San Domenico, piazza del Mercato e altri scorci della città troneggiano all’interno di quella bottega che segna un passaggio ideale fra passato e futuro. "A quale dei restauri sono più affezionato? Non saprei dire. Sicuramente uno molto complesso ma di cui sono stato orgoglioso è quello della Cacciata di Erode. Era frantumata, mi sono impegnato tanto ed è tornata perfetta con gli stessi marmi e grazie alle tecniche antiche", spiega. Parla delle opere che vennero esposte a New York e della targa appesa fuori dalla bottega, realizzata per ricordare il tempo del Covid. "Vengono le guide turistiche e traducono la scritta in varie lingue", dice Frati. Rimasto vedovo – "avevo una moglie d’oro", annuisce – è stato ferito dalla recentissima perdita per un malore del fratello Fabio. "Ecco, a lui che era per me un grande appoggio, dedico questa medaglia", conclude con un velo di emozione.

Laura Valdesi