Indagati 34 artigiani edili Evasione da 3 milioni di euro

La Finanza, come anticipato da La Nazione, scopre una ‘cartiera’. Impresa condotta da padre e figlio emetteva fatture per operazioni inesistenti

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Chiuso il cerchio su un’indagine che ha sollevato il velo su una maxi-evasione fiscale. E che ha portato la Finanza a denunciare 34 persone. Una vicenda che lascia il segno, perché in una fase di forti tensioni economiche legate al Covid 19 la lotta all’economia sommersa è un bel segnale per i tanti che pagano regolarmente le tasse anche se in difficoltà. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Salvatore Vitello, è nata prima della pandemia, ad onor del vero. E come anticipato la scorsa settimana da La Nazione ha consentito di scoprire operazioni per fatture inesistenti che vedevano al centro un’azienda edile delle Crete condotta da padre e figlio, entrambi difesi dall’avvocato Sandro Sicilia. E denunciati alla procura unitamente ai titolari delle imprese che avevano utilizzato in maniera fraudolenta le fatture false, secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle. Una cifra su tutte: il meccanismo messo in piedi avrebbe consentiti a 31 ditte di ottenere indebiti vantaggi fiscali per oltre 3 milioni di euro.

Ma andiamo per ordine. Tutto nasce dai controlli incrociati svolti dal comando di via Curtatone. Si accorgono che un’azienda edile, quella di padre e figlio appunto, indica importi fatturati superiori rispetto a quelli segnalati dalla stessa ditta fornitrice. Vogliono vederci più chiaro. Così si recano alla sede e la sorpresa è grande quando si accorgono di essere di fronte a quella che viene definita una ‘cartiera’. "Ossia – spiega la Finanza – una ditta priva di qualsivoglia struttura imprenditoriale, di dipendenti e beni strumentali, il cui unico ruolo era quello di emettere fatture per operazioni inesistenti a favore di altre imprese del medesimo settore economico". Lo scopo? Consentire a queste ultime di evadere le imposte usando documenti fiscali falsi per beneficiare dell’abbattimento dei ricavi e della detrazione della relativa iva. Le fatture sono state emesse nei confronti di 31 clienti. Molte imprese erano condotte da kosovari e albanesi ma anche da italiani. Imprenditori che abitano da Montepulciano a Chiusi, dalle Crete alla Val d’Arbia, da Siena a Colle Val d’Elsa, al comune di Sovicille. Uno stuolo gli avvocati impegnati, dallo studio legale Meini a Roberta Batelli, da Massimiliano Barbanera a Leandro Parodi.

Le strategie degli indagati sono state diverse. Nei confronti di 16 è scattato il sequestro per complessivi 160mila euro considerati 17 conti correnti, 3 autocarri, un motociclo, 2 auto, addirittura un immobile e quote di società. Altri 18, invece, hanno chiesto ed ottenuto l’accertamento con adesione all’Agenzia delle Entrate il che significa di rateizzare e impegnarsi a pagare le imposte evase.

Laura Valdesi