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Inchiesta sulla morte di Simone Casini: richiesta di archiviazione dalla procura

La procura chiede l'archiviazione per la morte di Simone Casini, ma i familiari annunciano opposizione.

L’avvocato Enrico Valentini ieri davanti al tribunale con Daniele e Ivano Casini

L’avvocato Enrico Valentini ieri davanti al tribunale con Daniele e Ivano Casini

di Laura ValdesiSIENA"Può immaginare che bel regalo di Natale è stata per noi la richiesta di archiviazione della procura", dice mamma Daniela che, con il marito Ivano, ieri attendeva fuori dal tribunale che l’avvocato Enrico Valentini parlasse con il pm Valentina Magnini che segue il caso della morte di Simone Casini. Il figlio 43enne della coppia di Vivo d’Orcia, trovato impiccato dentro il camion vicino ad Isola d’Arbia, il 27 luglio 2022. "Vorrei sapere perché si è tanto restii a concedere la riesumazione, così poi ci mettiamo tutti l’anima in pace", aggiunge la donna. Il marito Ivano annuisce. A spiegare il colpo di scena è l’avvocato Enrico Valentini che arriva con uno zaino nero. Pesante. "Qui dentro ci sono circa 2mila pagine da leggere molto attentamente ed una richiesta di archiviazione della procura – conferma il legale – particolarmente dettagliata che non ho fatto in tempo a vedere perché ho ritirato adesso le copie. Quattro faldoni. Servirà un periodo di studio importante per analizzare ogni risvolto della situazione. Ho parlato con il pubblico ministero che mi ha invitato a leggere con grande attenzione e spiegato che non c’era necessità di riesumare il cadavere di Simone. Noi la pensiamo in maniera diversa, era l’unica cosa che avevamo chiesto di fare, in buona sostanza". L’avvocato Valentini sintetizza: "C’è una richiesta di archiviazione per la presunta istigazione al suicidio mentre si prosegue per il reato previsto dall’articolo 494 (sostituzione di persona, ndr)".

Un colpo di scena, dunque, nell’inchiesta sulla morte del camionista di Vivo d’Orcia approdata più volte anche a ’Chi l’ha visto?’. La procura nel giugno scorso aveva annunciato di essere risalita "alla certa individuazione della persona che si celava dietro i profili virtuali con i quali Casini intratteneva frequentazioni telematiche e telefoniche". In quella circostanza, con una nota, il procuratore Andrea Boni aveva però escluso la truffa sentimentale da parte della presunta fidanzata virtuale con cui il camionista aveva avuto solo una relazione sui social non essendo emerse "condotte connotate dal fine del profitto". Nessun riscontro, dunque, del presunto raggiro romantico. E adesso è stato escluso anche che la donna indagata possa aver indotto Casini a farla finita.

"Faremo sicuramente opposizione all’archiviazione chiesta dal sostituto Valentina Magnini – annunciano l’avvocato Valentini insieme ai genitori – entro i 20 giorni canonici, l’ho già preannunciato alla procura. Che ha fatto indagini ad ampio spettro, non possiamo dire nulla. Basta pensare che ci sono 32 supporti informatici. Appena in nostro possesso li guarderemo. Siamo certi che se ci fossero spunti di indagine, se possiamo essere di supporto e di aiuto, la procura sicuramente andrà avanti".

Un tasto dolente per i familiari, convinti che Casini non sia suicidato, è la mancata effettuazione dell’autopsia. "Se fosse stata effettuata sin dall’inizio non saremo certo qui ma ricorderemo Simone in modo diverso. Obiettivamente – conclude l’avvocato Valentini – un caso che viene chiuso dopo due anni con tutti questi approfondimenti dei dubbi nelle parti offese li lascia. Perplessità che devono essere rappresentate ad un giudice che deciderà se sono serie oppure follie che ci stiamo inventando. Non credo, in verità, che siano tali perché chi conosceva Simone non avrebbe mai pensato che sarebbe potuto arrivare ad un gesto del genere, considerati anche gli ultimi movimenti. Comunque mi riservo di leggere tutto".